Nel caso vincano i "SI", ai 21 siti di estrazione che si trovano entro le 12 miglia marine non sarà possibile richiedere la proroga del contratto fino ad esaurimento del giacimento, ma solo le proroghe annuali. Non ricordo di preciso ma dovrebbe essere circa così: prima concessione normalmente trentennale, poi possibili proroghe di 10/15 la prima (non ricordo bene), poi di 10/5, poi 5, poi eventualmente fino ad esaurimento giacimento.
Non ho idea la difficoltà con cui queste proroghe vengano concesse. Quindi se vince il si alle sole 21 stazioni entro le 12 miglia non sarà possibile fornire la proroga fino a esaurimento del giacimento. Già non è permesso fare nuove trivellazioni entro le 12 miglia.
Quindi direi (ma magari mi sbaglio, non sono un ingegnere petrolchimico) che cambia poco e nulla dal punto di vista tecnico. Un comunicato del coordinamento No-Triv dice:
«Il voto del 17 Aprile è un voto immediatamente politico, in quanto, al di là della specificità del quesito, residuo di trabocchetti e scossoni, esso è l’UNICO STRUMENTO di cui i movimenti che lottano da anni per i beni comuni e per l’affermazione di maggiori diritti possono al momento disporre per dire la propria sulla Strategia Energetica nazionale che da Monti a Renzi resta l’emblema dell’offesa ai territori, alle loro prerogative, alla stessa Costituzione italiana»
In cui in pratica "ammettono" che non cambia un cazzo.
Io non ci andrò quasi sicuramente a votare, come non sono mai andato a votare nulla. Non credo che il referendum sia l'unico strumento che hanno coloro i quali "lottano per maggiori diritti". Credo sia quello che gli viene più comodo e che sia l'unico che gli consente di esistere.



Voi che ne pensate?