DDF 1

[amanfroma-oomm]

diario della follia
Ieri è stato un giorno difficile
Ti arrampichi per la montagna della vita e si spalanca un crepaccio che ti inghiotte
Inizia tutto con una cazzata, al bar le solite bariste ti danno il solito cornetto e si scordano di darti il solito caffè che hai chiesto. Ne servono altri e il tuo lo hanno semplicemente scordato. Quando lo fai notare capisci che per loro non è così grave, tanto tu sei il vecchio boomer che lavora per strada, non conti un cazzo, sei Super Nullità, il supereroe inutile. Paghi e esci che ti sale su l'amarezza di ricordare chi sei, perché non avere il caffè è il meno del meno del meno. Sei un uomo disperato, spezzato dentro in mille pezzi e te lo hanno ricordato.
Devi parlare con le guardie, ma l'orario è sbagliato: tu cittadino hai i termini perentori, loro hanno gli orari di apertura, non conoscono i regolamenti, ti intimano di fare e non fare.
Alzi gli occhi e sei sprofondato in un abisso blu scuro con lampi di azzurro, freddo e doloroso. Alzi gli occhi e molto sopra di te, oltre l'orlo dell'abisso, vedi in alto il cielo indifferente. Vorresti mollare tutto e lasciare che il freddo e la fatica ti abbraccino, ma devi risalire e riprendere ad arrampicarti
Vuoi mollare tutto, devi mollare tutto, questo giorno può essere la tua tomba.
Ogni gesto ti rincresce, ogni cliente vorresti fosse l'ultimo per sempre
Devi reagire ma ti manca la forza
Passo da casa e trovo solo porte chiuse. Ognuno di loro si è barricato in una stanza e ne senti solo le voci, per un motivo o un altro non puoi entrare nella loro stanza, scrutarne il sorriso, chiedere un abbraccio che pur ti spetterebbe di diritto
Attraverso il viale con le lacrime che mi salgono agli occhi e i fantasmi che mi rincorrono
Arriva un cliente, una guardia a cui facciamo dei favori, giovane e ingenua. Insiste a offrirmi qualcosa per sdebitarsi. Caffè già troppi, mangiare forbidden, sono già un ciccione di me...a, bere verboten, l'alcol è una sostanza problematica per me. L'alcol è la mia sostanza.
Mi accorgo che in questo momento così nero lo zucchero mi può salvare, arrivare nel cervello e appassire i brutti pensieri, darmi la frustata per arrampicarmi fuori del crepaccio.
Accetto una sambuca, avvisando il mio anfitrione che strappo la regola. Chiacchieriamo. Rimane un po' sorpreso dei miei argomenti e di quando la butto giù d'un colpo: "Oppplà!" mi fà.
Non sa che mi ha salvato per oggi, gettandomi senza saperlo una fune di molecole.
Mi ci aggrappo e emergo dal crepaccio con un urlo di vittoria.
L'ascesa continua e domani è un altro giorno, perché uno ne segue un altro.

[albert ergot]

Agghiacciante, e fin troppo familiare.

[ElnathB7III]

Minchia pi 'n cafè, tu faceva ju su era pi chissu