dopo tre esperienze in compagnia della mia compagna in veste di sitter, ho voluto sperimentare completamente da solo ed isolato da ogni presenza umana, immerso in natura. Vi riporto la mia esperienza.
Sostanza: 2 g secchi di Psilocybe Cubensis var. Golden Teacher
Set: momento piuttosto rilassato ma con una certa insofferenza di fondo nei confronti del genere umano e del suo rapporto con la natura. Stomaco vuoto (ultimo pasto sostanzioso la sera prima, la mattina un thé con pochi biscotti secchi)
Setting: sotto i larici in un prato alpino a 2000 metri nei luoghi dove andavo in montagna da piccolo, al cospetto della mia montagna preferita. Nessun influenza "artificiale" esterna, nemmeno la musica, solo gli occhiali da sole.
Visto che ero solo in ambiente comunque montano ho scelto una dose gestibile, anche se poi gli effetti sono stati piuttosto intensi (probabilmente la natura potente e lo stomaco bello vuoto hanno aiutato).
h 13:30 Passeggio per una ventina di minuti dall'auto al luogo dell'esperienza, in salita, arrivo piuttosto sudato e stanco visto che non mangiavo dalla sera prima.
14 ingerisco i funghi spezzettati fini insieme al succo di limone. Nel frattempo monto l'amaca tra due larici con una vista stupenda sulle montagne di fronte, preparo l'acqua e del pan guttiau e mi rilasso con dei respiri profondi.
14:30 circa i colori iniziano a mutare e il mio corpo inizia ad avere le convulsioni legate alla psilocibina che ormai conosco bene. Nei minuti successivi inizio ad avere un po' di difficoltà a ricordarmi di respirare. Le convulsioni dettano il mio respiro. Mi domando se ho fatto una cazzata: sono da solo lontano da tutto in un ambiente potenzialmente ostile. Mi sale una certa paura, provo a starci insieme senza rifuggirla o bloccarla.
15 circa Le convulsioni finiscono di colpo, lasciando spazio ad una fragorosa risata. La paura sparisce di colpo, e mi rendo conto che (almeno in questo caso) le convulsioni sono un modo del mio corpo di non dimenticarsi di respirare, ma ora so essere una paura completamente infondata.
L'ora successiva è riassumibile con una frase che ho registrato "il dono dei funghi è come quando fai un sogno bellissimo, il più bello dei sogni, ed è esattamente la realtà". I colori delle montagne, del prato, delle fioriture...semplicemente indescrivibili. I profumi, le sensazioni tattili...è stato stupendo.
Dopo le 16 ho iniziato a volermi alzare dall'amaca. Da qui fino alle 18 l'intensità dell'esperienza è stata abbastanza stabile e non riporto gli orari. Perdonate se non sono chiarissimo nell'esposizione, è stato un fiume.
Mi sono tolto le scarpe e le calze e ho passeggiato nei dintorni, incontrando alberi, piante erbacee, uccelli ed insetti. Oltre a mangiare un po' di pan guttiau (avevo oggettivamente tantissima fame dal digiuno) ho iniziato ad assaggiare le erbe selvatiche (so riconoscerle con certezza da "lucido", e anche in questo stato avevo perfettamente nel distinguere per esempio l'achillea dalla cicuta, entrambe presenti vicino all'amaca).
Dentro di me ho iniziato a rendermi conto di come la paura e l'amore siano due forze fondamentali di questo mondo: la paura è ciò che ci ha distaccati dal nostro stato naturale e dalla connessione con la natura. Ci siamo letteralmente separati, erigendo le mura delle nostre case e mettendoci le scarpe. Ma sento tanta speranza perché è successo "solo" circa 200 anni fa (almeno così mi è chiaro in questo momento).
Camminando a piedi nudi mi sono reso conto di tutte le paure che mi attraversano normalmente: e se c'è una spina? e se c'è un pezzo di ferro, un vetro...? E se viene a piovere? E se arriva un temporale? Rido pensando a quanto invece siamo strutturati esattamente per questo ambiente naturale, solo che ce ne siamo dimenticati.
Capisco che la paura è uno strumento di controllo potentissimo: sento potentemente come tante persone esterne la utilizzano per controllare me come singolo e le persone in generale.
In tutto questo mi emerge un ricordo lontanissimo. Dovevo essere molto piccolo, probabilmente in culla, e probabilmente esattamente in questi luoghi (in cui vengo da neo-nato), mi agitavo e vedevo male perché c'era sole, e una grande figura con voce maschile (mio papà) mi mette degli occhiali neri tondini dicendo "così sei protetto e vedi bene". Sento che l'equilibrio tra paura e protezione è davvero sottile, e ci viene insegnato fin da piccolissimi.
Al di là dei pensieri, a cui sarete abituati leggendo trip-report, voglio sottolineare il rapporto con questo ambiente speciale: dal ghiacciaio di fronte cadevano seracchi, e io ho sentito che "il maestro richiama l'attenzione", riferito alla mia montagna del cuore. Allo stesso modo ho sentito cadere le pigne dai larici, sentendo quella totale connessione e corrispondenza di tutte le cose che avevo già avvertito in esperienze precedenti. Questo senso di mutamento, misto alle mie considerazioni sulla paura, mi danno un'estrema serenità riguardo al cambiamento climatico.
Percepisco una presenza animale, vado a vedere e di fronte a me due aquile reali fanno la loro danza nuziale, è stato sublime.
E poi la connessione orale con l'ambiente, assaggiando un po' di tutto, dalle giovani pigne dei larici, ai fiori di silene, le bacche di ginepro ed altre fioriture edibili che riconosco con certezza. I profumi, prima di ingerire...nutrimento puro.
Sento che questa conoscenza fito-alimurgica, che mi sta venendo trasmessa da una persona, è una fonte straordinaria di potere personale. Allo stesso modo camminare scalzo in un bosco è puro potere personale: chi ci controlla (dai genitori, al governo, alla parte di noi che controlla le altre) è perfettamente cosciente di questo e ci separa il più possibile da ciò che ci potrebbe fare male solo teoricamente, ma che in realtà ci libera.
Un tafano mi si posa su un piede, ci osserviamo entrambi consapevoli della reciproca coscienza, ma lui estrae la proboscide (la vedo con un super-zoom), e prima che mi punga lo schiaccio con decisione, consapevole dei miei confini e potendo proteggerli benissimo. Incontro tantissimi altri insetti, sento le coscienze sia loro sia dei fiori e delle piante.
Un ultimo pensiero: il sole è il maestro di tutto, e come tutti i grandi maestri non possiamo apprendere direttamente da lui guardandolo. Possiamo godere del suo riflesso nella realtà che ci circonda, e la sua massima espressione per me è proprio nella montagna che ho di fronte, il massimo stimolo per la mia vista e per i miei sensi in generale.
Verso le h 18 l'effetto inizia a calare, anche se mi sento ancora completamente connesso. Telefono alla mia compagna, sentendo tantissimo amore.
Alle 18:30 inizio a smontare l'amaca, e resto ancora seduto sul prato in contemplazione, ma ho tantissima fame.
Verso le 19 inizio a scendere da dove sono venuto, ma preferisco camminare a piedi nudi, stando nel prato piuttosto che sul sentiero. Sento così stupido che solitamente ho paura a camminare a piedi nudi, mi fa tantissimo ridere. Intanto gioisco del panorama attorno a me illuminato dal tramonto.
Alle 19:30 arrivo alla macchina, ma non mi metto assolutamente alla guida (non sono in condizioni!). Lì vicino c'è un ristorante molto casalingo in cui andavo fin da bambino e che conosco bene.
Entro, saluto la proprietaria che mi accoglie calorosamente, mi siedo al tavolo e quando mi viene portato il menù lo vivo come un miracolo: tutta questa scelta è meravigliosa! Per la cronaca, ho preso gnocchi alla fontina, salmì di cervo con le verdure, pane nero con le castagne calde al miele e burro d'alpeggio...il tutto con un gusto moltiplicato x10 dai miei sensi aperti, un orgasmo ad ogni morso!
Mangio di gusto, guardando la mia montagna preferita, grato alla vita per questa esperienza magnifica, ridendo teneramente della parte di me che aveva paura
