Colui che mi ha aiutato in questa impresa ha pensato bene anzitutto di farmi sapere un paio di cose, anche se ne parlavamo da un po'. Ha preparato l'ambiente, rendendolo caldo e confortevole, ho usato un divano per accomodarmi meglio. Durante la preparazione dell'ambiente, abbiamo ripassato gli effetti possibili della sostanza, dei suoli livelli e di quanta ne consumerò. Una dose piccola di un estratto 5x, comunque, proprio per l'inizio, uno 0,15 se non sbaglio, posizionata su di un Bong ridotto piuttosto male, parlando solo del braciere in questione, anche se la parte inferiore c'era ancora. D:
Al suo posto Stebbi (si è iscritto qui poco tempo fa, è un utente) ha deciso di usare un braciere improvvisato ma comunque funzionante. Carta stagnola bucherellata e situata là dove doveva esserci quello normale. La quantità inizialmente doveva essere di 0,3, ma abbiamo capito che la cosa in seguito non avrebbe funzionato. Il braciere funzionava, andava bene, ma era piccolo e la quantità si depositava in altezza - non avevamo un accendino adatto per bruciarla tutta subito e al meglio, così non potendo fare mio tutto l'effetto potenziale della sostanza. In seguito riproveremo con un accendino a fiamma ossidrica.
Ad ogni modo, il problema era per la combustione, non per il braciere. La sostanza era comunque fumabile, seppure non bruciata totalmente. Questo lo sottolineo perché l'esperienza che ho avuto sarebbe certamente stata molto maggiore se non fosse stato per quel piccolo dettaglio, ma quello che ho vissuto è comunque interessante.
Passo direttamente al momento dell'assunzione. Dopo aver fatto uso del bong e messomi bene nel divano, socchiudo gli occhi e tengo tutto dentro per dieci, dodici secondi per poi buttare via tutto. Qui comincia.
Sento una sorta di percussione sensoriale battere contro il corpo, come se l'anima volesse uscire dalla pelle bussando senza sosta. Tutto pulsava, era tutto così vivido! Allora sento la mia barba pungere, il sudore lungo la schiena si fa sempre più secco a contatto col divano e il corpo in un torpore particolare, non doloroso né fastidioso, ma neanche piacevole, solo... forte.
Le sensazioni di pulsazione si fanno più strette e si concentrano solo in alcuni punti longilinei, come a dividermi in pezzi, come fossi una scacchiera di un puzzle organico. D'improvviso sento che la percezione dello spazio intorno a me si fa più vivido. Vedo lo spazio inteso come campo fisico, il campo spaziale a livello di prospettiva in tre dimensioni, pure l'aria, tutto era segmentato con figure tridimensionali dai limiti opachi, figure geometriche irregolari che costituivano a blocchi l'intero spazio di fronte a me, tutto lo spazio era formato da queste tessere 3D di puzzle e anche io ne ero attraversato, sentivo i limiti di questi blocchi pulsare fortissimo sulla mia pelle e il mio cervello. Tutto mi sembrava stranamente chiaro; non era la vista, ogni senso pensava lo spazio intorno a sé come diviso in questi blocchi geometrici, sotto, sopra, avanti, indietro, destra, sinistra, ogni punto tridimensionale possibile era in aria e costituiva gli oggetti, me compreso.
Colto da un'euforia, mi volto verso Stebbi, che si era seduto. Mentre provavo a parlare di quello che percepivo, mi sentii come impedito: quello che volevo dire lo dicevo, ma lo dicevo con una voce estranea, diversa alle mie orecchie. Mi convinsi che il mio ego era stato nascosto da qualche parte, ancora dava le direttive ma a parlare e a muoversi fosse un'altra persona. Questo perché sentivo che la mia coscienza non c'era del tutto nelle azioni che facevo. Sembravo più uno spettatore di me stesso. Chiudendo gli occhi, questi limiti si riducevano nelle due dimensioni e vedevo la figura geometrica come fosse tutto un giroscopio. Ruotava e mi sembravano gambe (ovvero i limiti di queste figure esagonali) di colore giallognolo che limitavano una piscina con dentro delle teste, e vedevo tutto dall'alto, per cui le teste erano dei punti.
Mentre parlavo, la mia voce si fa più gioiosa, sento la gola quasi gorgogliare le parole che a malapena esprimevano quello che vedevo. Il tono era alto, biascicavo parole che non riuscivo a completare bene e sembrava stessi per scoppiare a ridere da un momento all'altro. Sentendo la mia voce, comincio a divertirmi spassionatamente. Sentivo una sensazione di gioia pura, infantile e primigenia, tale da spingermi ad alzarmi, seguendo le orme di Stebbi (era seduto con me in divano, poi si alzò anche lui) e cominciai a volteggiare su me stesso, facevo piroette e mi sentivo felice, cominciai allora a precipitarmi sugli oggetti, a toccarli, mi piacevano, la loro freschezza al tatto, la loro forma. Dopo questo momento di euforia mi rimetto a sedere con l'aiuto di Stebbi (prima mi aveva aiutato a non sbattere contro le cose XD). Rimessomi a sedere sentivo che la mia coscienza stava tornando al suo posto. Guardando la cassa bluetooth accanto a una bajour, posti nel mobile di fronte a me, li vedevo avvicinarsi di qualche metro. Gli oggetti mantenevano la stessa nitidezza, solo, coerentemente con l'avvicinarsi a me, crescevano inverosimilmente di dimensioni. Questo perché il mio sguardo sì si posava su questi due oggetti, ma non specificatamente. Una volta resomi conto di quello che stava succedendo, e osservando attentamente i due oggetti, questi tornarono al loro posto.
L'effetto andava scemando, e ho raccontato in più momenti agli altri quanto accadutomi. Una volta finito tutto, mi sentivo di nuovo normale, né più di tanto stordito, né conservo ricordi completi di quanto fatto prima. È stato come vivere un sogno.
Ho intenzione di farlo con lui una seconda e ultima volta, facendo passare un po' di tempo. Ho intenzione infatti di carpire il massimo potenziale dalla sostanza, così da evitare un effetto più "ricreativo" che spirituale, e in effetti il viaggio introspettivo era quello che stavo cercando - e invece ho vissuto una cosa diversa. Bisogna rimediare!!!
