Prima esperienza Changa / DMT
Inviato: ven gen 29, 2016 12:33 am
Consumata ieri sera, rigorosamente DA SOLO. Da solo perchè tutti i miei svariati precedenti da psichedelici,(eccetto uno, il più intenso, ed eravamo in 4), che fossero chimici o naturali hanno presentato per la stragrande maggioranza del tempo effetti, per usare un eufemismo, "negativi"; tutti dovuti, oramai ne ho la certezza, alla presenza di altre persone/compagni di viaggio. Misantropia incondizionata, che ci volete fare.
Per il resto ho un curriculum abbastanza pingue con gli stati alterati di coscienza, nel senso che prima della suddetta esperienza, ne ho fatte ripetute(e mescolate), con tutte le principali sostanze (eccetto eroina).
La quantità era di uno 0,3g striminzito, pagata 30 euri a Bologna, e consumata a casa mia, in un'altra regione.
Non avendo un bong, o una pipa di vetro, mi sono fatto prestare un bracere di vetro da un amico, l'ho applicato ad una bottiglietta di plastica(senza acqua), e ho fatto il famoso buco di sfogo a portata di pollice. Ci ho aggiunto una puntina di tabacco, che mi è servita principalmente come base della "mista". Era più o meno l'1 di notte, e il luogo, fate bene attenzione perchè penso che sia determinante per la comprensione di svariate cose dell'evento, era situato nella mia taverna, con mura ricoperte di legna (davvero una bella taverna), penombra con una sola piccola lampada accesa, e tv su un canale random. Infine avevo preparato l'Ipad con le cuffie per far partire subito appena ne avessi avuto l'occasione, i Nocturnes di Debussy, pensando che la musica di Debussy essendo in qualche modo misteriosa, mistica e metamorfica, fosse adatta per un viaggio psichedelico.
Avendo deciso di farmela tutta insieme (seguendo il consiglio del vecchio McKenna di prenderne una grossa dose), ne brucio tutta in un tiro e la aspiro, non senza difficoltà, con vigore a polmoni aperti. La trattengo per un po' prima di espirarla. La curiosità prende il sopravvento e aspetto, senza muovere un muscolo, il sopravvenire degli effetti; che non tardano ad arrivare.
Gli stadi della salita si sono susseguiti in pochi istanti, ma la mia passata esperienza mi ha permesso di discernerli dettagliatamente: Il primo a fare capolino su tutto il corpo è stata, ne sono sicuro, la Salvia, che mi ha letteralmente distrutto le barriere percettive e mi ha reso un pezzo di pane duttile ed iperpercettivo, avevo la pelle d'oca; il tutto penso sia servito ad aprire un varco per far entrare direttamente la molecola dell'anima, la DMT. Ci ha messo poco ha presentarsi e a prendere il timone della realtà: prima dei cristalli( simili a dei pixel) colorati si sono diffusi, come un virus, su tutta la superficie retinica, poi sono entrato definitivamente nello stato amplificato di coscienza tipico degli psichedelici.
Prima di notare qualsiasi cambiamento sensoriale della realtà, ho dovuto però subito fare i conti con le mie svariate personalità multiple (createsi con l'uso protratto principalmente di LSD ) che non ci mettono molto a ricordarmi di essere sempre lì ad aspettarmi, sardoniche. Voci nella testa che pongono domande ingannevoli e senza risposte univoche. Però mi accorgo che c'è qualcosa di più importante che in un certo senso mi chiama dalla sala, nella taverna (poichè il tiro me lo sono andato a fare nel cesso appena a fianco della taverna).
Lasciando la faccenda in sospeso mi dirigo verso la sala coperta da muri con superficie di legna (il tutto è avvenuto in frazioni di secondo).
NON ERO SOLO. Per la prima volta dalla nascita non ero solo! Questa è la più grande certezza che mi porto dietro da tutta l'esperienza.
Appena muovo il primo passo fuori dal bagno fa il suo ingresso in pompa magna, quello che Jung chiamerebbe lo Spirito, che mi colpisce direttamente nel punto tra cuore e cervello, dove io penso sia situata la più grande arma a doppio taglio dell'essere umano, l'orgoglio, con un grande sussulto emotivo: siamo legati. ALL'ISTANTE mi fà capire che non mi trovo a contatto con una specie della mia realtà, dedita principalmente all'autoconservazione e all'istinto di sopravvivenza, che per comunicare con "lui"(lo pensavo e lo penso al maschile per semplice convenzione linguistica) dovevo rinunciare necessariamente e irreversibilmente (non c'era un "se no?": quello che doveva accadere sarebbe accaduto) a tutto il sistema di autodifese coscienti e incoscienti che mi ero costruito nella struttura del mio essere, al suo cospetto limitato, umano. Era in qualsiasi cosa, anche nella mia testa, non avevo scelta. E questo mi fa' male, perchè io sono uno di quelli che vive delle proprie consapevolezze e che accetta di piegarsi solo temporaneamente; invece in quel frangente è stato un vero e proprio atto di sottomissione di fronte a qualcosa di divino. Non equivocate, alla fine sono contento che sia andata così, perchè chi si è abbassato al livello dell'altro per farsi comprendere dopotutto è stato lui non io, mostrandosi in tutta la sua essenza.
Subito dopo la stretta di mano, nella mia testardaggine, tanto utile nella realtà di tutti i giorni, mi dirigo spedito verso il divano dove c'era la musica ad aspettarmi, prima ancora di cercare di comprenderlo. Mentre mi dirigo al divano comincio a notare tutti i cambiamenti percettivi a livello soprattutto visivo: un tipo di "allucinazione" in cui mi ero imbattuto già in precedenza, è un mood che pervade tutte le cose e le rende vive con un colore tipo cartone animato che ha vita propria. L'aria era viva, tutto irradiava questa presenza. A livello percettivo è come se fossi immerso in un mondo fatto di acqua infuocata.
Dando uno sguardo generale alla stanza fà la sua prima e unica comparsa, in uno strato secondario della superficie visiva un'apparente volto di totem ( l'effetto mi era già successo con gli occhi di un amico in pieno K-hole misto a piena botta di MD) marrone con i tratti facciali (occhi naso bocca) rossi e qualche altro colore ( forse blu,forse anche tinte gialle) che non ho colto.
Appena mi siedo sul divano faccio per prendere le cuffie, e senza indugi "Lui" comincia a infiammare le tinte dei colori delle cose (anche l'aria), a rendere instabile tutto quel flusso che pervadeva le cose, mi comunicava che quella era la via sbagliata; Giove si stava adirando. E quale migliore occasione per un Prometeo come me di sfidare il volere degli dei? Imperterrito mi metto le cuffie, e insieme a una fortissima tachicardia, la realtà cominciava a richiudersi su di me violentemente, i colori cominciavano a perdere saturazione e a ridursi a netti contrasti bianco/nero: faccio in tempo appena a sentire il suono dei fiati di Debussy che mi accorgo finalmente, nella mia diffidenza, che quel suono(lo avvertì estraneo, meccanico) non si addiceva all'incontro, l'evoluzione della civiltà Occidentale era del tutto estranea e priva di interesse alla volontà dello Spirito. Allora mi pongo il dubbio: "Non ci credo, non è possibile che tutti gli sforzi di menti straordinarie( e qui mettevo in mezzo anche la mia cultura, me stesso) sia del tutto ininfluente al tuo cospetto". E li mi risposi da solo. Facendo un breve calcolo, l'umanità civilizzata non poteva avere più di 6, massimo 7 mila anni di sviluppo; non molto di fronte a qualcosa che sembrava essere eterno, vero?
Era proprio lì che mi voleva portare sin dall'inizio, alla comprensione di quello che fosse, ed è lì che si è mostrato per quello che i miei mezzi mentali mi permettevano( di conseguenza ha influito sul modo in cui si è mostrato anche la mia personalità e quindi la mia volontà) di raffigurarlo: Pura volontà, nient'altro che energia, vita, comprensione; priva di progetti o di finalità. La trasformazione stessa, acqua che riempie un contenitore, adattazione cristallina, perfetta.
I colori che si spostavano, mossi dalla luce della lampada, trasmettevano in me un moto poietico eterno ed irreversibile, un vento che soffia ininterrotto. Luci e ombre generate da un falò eterno nel cuore di una tenda di uno sciamano pellerossa. Sfruttava lo spazio-tempo per avvicinare la mia comprensione.
Nonostante questa terribile e maestosa consapevolezza, la mia personalità inquieta, divoratrice della realtà mi ha subito riportato in me ed è tornata proprio all'episodio della musica non gradita (povero Debussy!), di come avevo toccato un punto in cui potevo invertire l'infinita positività di quell'energia: pensavo di aver trovato un punto debole.
Questa consapevolezza raggiunta però non ha fatto arrabbiare per nulla lo Spirito che ha ignorato totalmente questa sfida. Appunto, perchè di quella si trattava, nient'altro che un gioco di dominatore/dominato tipico della psicologia umana. Ancora una volta sono io che debbo abbassare la testa e farmi piccolo piccolo.Qui ci stringiamo la mano e tutto torna a rappacificarsi, in armonia e sintonia.
Durante tutta la "conversazione", la mia coscienza c'era, la sentivo che parlava nella mia testa, che lanciava scaglie di istinto di sopravvivenza. Ma la sensazione era quella che in un ipotetico stato più lungo il mio Io si sarebbe disciolto in quella sorta di "Coscienza Universale". Sarei diventato puro Inconscio, una semplice goccia del torrente. Non so' se ora sono pronto a ciò. Un giorno però mi toccherà riconfrontarmici, magari in un contesto naturale. Lui si nutre di vita, ha bisogno di esseri viventi per manifestarsi. L'ho capito quando ho guardato i rami spogli e probabilmente finti, dentro un vaso in taverna, che cercavano di espandersi in maniera sommessa e debole.
L'effetto cominciava a svanire abbastanza velocemente, il tutto durato più o meno 10-15 minuti e l'impressione che mi rimane addosso è quella di una lunghissima chiacchierata con una persona più intelligente di me e con più esperienza. Come un padre che insegna a suo figlio. Nessuna reale postumanza.
SAPEVO di aver bisogno di più tempo, di dover capire un'infinità di cose; perciò da bravo tossico, mi sono diretto al braciere a vedere se c'era avanzato qualcosa...
C'era, ma la seconda più breve e meno intensa esperienza ve la racconto solo dietro a richieste interessate. Mi sono rotto il cazzo di scrivere.
Per il resto ho un curriculum abbastanza pingue con gli stati alterati di coscienza, nel senso che prima della suddetta esperienza, ne ho fatte ripetute(e mescolate), con tutte le principali sostanze (eccetto eroina).
La quantità era di uno 0,3g striminzito, pagata 30 euri a Bologna, e consumata a casa mia, in un'altra regione.
Non avendo un bong, o una pipa di vetro, mi sono fatto prestare un bracere di vetro da un amico, l'ho applicato ad una bottiglietta di plastica(senza acqua), e ho fatto il famoso buco di sfogo a portata di pollice. Ci ho aggiunto una puntina di tabacco, che mi è servita principalmente come base della "mista". Era più o meno l'1 di notte, e il luogo, fate bene attenzione perchè penso che sia determinante per la comprensione di svariate cose dell'evento, era situato nella mia taverna, con mura ricoperte di legna (davvero una bella taverna), penombra con una sola piccola lampada accesa, e tv su un canale random. Infine avevo preparato l'Ipad con le cuffie per far partire subito appena ne avessi avuto l'occasione, i Nocturnes di Debussy, pensando che la musica di Debussy essendo in qualche modo misteriosa, mistica e metamorfica, fosse adatta per un viaggio psichedelico.
Avendo deciso di farmela tutta insieme (seguendo il consiglio del vecchio McKenna di prenderne una grossa dose), ne brucio tutta in un tiro e la aspiro, non senza difficoltà, con vigore a polmoni aperti. La trattengo per un po' prima di espirarla. La curiosità prende il sopravvento e aspetto, senza muovere un muscolo, il sopravvenire degli effetti; che non tardano ad arrivare.
Gli stadi della salita si sono susseguiti in pochi istanti, ma la mia passata esperienza mi ha permesso di discernerli dettagliatamente: Il primo a fare capolino su tutto il corpo è stata, ne sono sicuro, la Salvia, che mi ha letteralmente distrutto le barriere percettive e mi ha reso un pezzo di pane duttile ed iperpercettivo, avevo la pelle d'oca; il tutto penso sia servito ad aprire un varco per far entrare direttamente la molecola dell'anima, la DMT. Ci ha messo poco ha presentarsi e a prendere il timone della realtà: prima dei cristalli( simili a dei pixel) colorati si sono diffusi, come un virus, su tutta la superficie retinica, poi sono entrato definitivamente nello stato amplificato di coscienza tipico degli psichedelici.
Prima di notare qualsiasi cambiamento sensoriale della realtà, ho dovuto però subito fare i conti con le mie svariate personalità multiple (createsi con l'uso protratto principalmente di LSD ) che non ci mettono molto a ricordarmi di essere sempre lì ad aspettarmi, sardoniche. Voci nella testa che pongono domande ingannevoli e senza risposte univoche. Però mi accorgo che c'è qualcosa di più importante che in un certo senso mi chiama dalla sala, nella taverna (poichè il tiro me lo sono andato a fare nel cesso appena a fianco della taverna).
Lasciando la faccenda in sospeso mi dirigo verso la sala coperta da muri con superficie di legna (il tutto è avvenuto in frazioni di secondo).
NON ERO SOLO. Per la prima volta dalla nascita non ero solo! Questa è la più grande certezza che mi porto dietro da tutta l'esperienza.
Appena muovo il primo passo fuori dal bagno fa il suo ingresso in pompa magna, quello che Jung chiamerebbe lo Spirito, che mi colpisce direttamente nel punto tra cuore e cervello, dove io penso sia situata la più grande arma a doppio taglio dell'essere umano, l'orgoglio, con un grande sussulto emotivo: siamo legati. ALL'ISTANTE mi fà capire che non mi trovo a contatto con una specie della mia realtà, dedita principalmente all'autoconservazione e all'istinto di sopravvivenza, che per comunicare con "lui"(lo pensavo e lo penso al maschile per semplice convenzione linguistica) dovevo rinunciare necessariamente e irreversibilmente (non c'era un "se no?": quello che doveva accadere sarebbe accaduto) a tutto il sistema di autodifese coscienti e incoscienti che mi ero costruito nella struttura del mio essere, al suo cospetto limitato, umano. Era in qualsiasi cosa, anche nella mia testa, non avevo scelta. E questo mi fa' male, perchè io sono uno di quelli che vive delle proprie consapevolezze e che accetta di piegarsi solo temporaneamente; invece in quel frangente è stato un vero e proprio atto di sottomissione di fronte a qualcosa di divino. Non equivocate, alla fine sono contento che sia andata così, perchè chi si è abbassato al livello dell'altro per farsi comprendere dopotutto è stato lui non io, mostrandosi in tutta la sua essenza.
Subito dopo la stretta di mano, nella mia testardaggine, tanto utile nella realtà di tutti i giorni, mi dirigo spedito verso il divano dove c'era la musica ad aspettarmi, prima ancora di cercare di comprenderlo. Mentre mi dirigo al divano comincio a notare tutti i cambiamenti percettivi a livello soprattutto visivo: un tipo di "allucinazione" in cui mi ero imbattuto già in precedenza, è un mood che pervade tutte le cose e le rende vive con un colore tipo cartone animato che ha vita propria. L'aria era viva, tutto irradiava questa presenza. A livello percettivo è come se fossi immerso in un mondo fatto di acqua infuocata.
Dando uno sguardo generale alla stanza fà la sua prima e unica comparsa, in uno strato secondario della superficie visiva un'apparente volto di totem ( l'effetto mi era già successo con gli occhi di un amico in pieno K-hole misto a piena botta di MD) marrone con i tratti facciali (occhi naso bocca) rossi e qualche altro colore ( forse blu,forse anche tinte gialle) che non ho colto.
Appena mi siedo sul divano faccio per prendere le cuffie, e senza indugi "Lui" comincia a infiammare le tinte dei colori delle cose (anche l'aria), a rendere instabile tutto quel flusso che pervadeva le cose, mi comunicava che quella era la via sbagliata; Giove si stava adirando. E quale migliore occasione per un Prometeo come me di sfidare il volere degli dei? Imperterrito mi metto le cuffie, e insieme a una fortissima tachicardia, la realtà cominciava a richiudersi su di me violentemente, i colori cominciavano a perdere saturazione e a ridursi a netti contrasti bianco/nero: faccio in tempo appena a sentire il suono dei fiati di Debussy che mi accorgo finalmente, nella mia diffidenza, che quel suono(lo avvertì estraneo, meccanico) non si addiceva all'incontro, l'evoluzione della civiltà Occidentale era del tutto estranea e priva di interesse alla volontà dello Spirito. Allora mi pongo il dubbio: "Non ci credo, non è possibile che tutti gli sforzi di menti straordinarie( e qui mettevo in mezzo anche la mia cultura, me stesso) sia del tutto ininfluente al tuo cospetto". E li mi risposi da solo. Facendo un breve calcolo, l'umanità civilizzata non poteva avere più di 6, massimo 7 mila anni di sviluppo; non molto di fronte a qualcosa che sembrava essere eterno, vero?
Era proprio lì che mi voleva portare sin dall'inizio, alla comprensione di quello che fosse, ed è lì che si è mostrato per quello che i miei mezzi mentali mi permettevano( di conseguenza ha influito sul modo in cui si è mostrato anche la mia personalità e quindi la mia volontà) di raffigurarlo: Pura volontà, nient'altro che energia, vita, comprensione; priva di progetti o di finalità. La trasformazione stessa, acqua che riempie un contenitore, adattazione cristallina, perfetta.
I colori che si spostavano, mossi dalla luce della lampada, trasmettevano in me un moto poietico eterno ed irreversibile, un vento che soffia ininterrotto. Luci e ombre generate da un falò eterno nel cuore di una tenda di uno sciamano pellerossa. Sfruttava lo spazio-tempo per avvicinare la mia comprensione.
Nonostante questa terribile e maestosa consapevolezza, la mia personalità inquieta, divoratrice della realtà mi ha subito riportato in me ed è tornata proprio all'episodio della musica non gradita (povero Debussy!), di come avevo toccato un punto in cui potevo invertire l'infinita positività di quell'energia: pensavo di aver trovato un punto debole.
Questa consapevolezza raggiunta però non ha fatto arrabbiare per nulla lo Spirito che ha ignorato totalmente questa sfida. Appunto, perchè di quella si trattava, nient'altro che un gioco di dominatore/dominato tipico della psicologia umana. Ancora una volta sono io che debbo abbassare la testa e farmi piccolo piccolo.Qui ci stringiamo la mano e tutto torna a rappacificarsi, in armonia e sintonia.
Durante tutta la "conversazione", la mia coscienza c'era, la sentivo che parlava nella mia testa, che lanciava scaglie di istinto di sopravvivenza. Ma la sensazione era quella che in un ipotetico stato più lungo il mio Io si sarebbe disciolto in quella sorta di "Coscienza Universale". Sarei diventato puro Inconscio, una semplice goccia del torrente. Non so' se ora sono pronto a ciò. Un giorno però mi toccherà riconfrontarmici, magari in un contesto naturale. Lui si nutre di vita, ha bisogno di esseri viventi per manifestarsi. L'ho capito quando ho guardato i rami spogli e probabilmente finti, dentro un vaso in taverna, che cercavano di espandersi in maniera sommessa e debole.
L'effetto cominciava a svanire abbastanza velocemente, il tutto durato più o meno 10-15 minuti e l'impressione che mi rimane addosso è quella di una lunghissima chiacchierata con una persona più intelligente di me e con più esperienza. Come un padre che insegna a suo figlio. Nessuna reale postumanza.
SAPEVO di aver bisogno di più tempo, di dover capire un'infinità di cose; perciò da bravo tossico, mi sono diretto al braciere a vedere se c'era avanzato qualcosa...
C'era, ma la seconda più breve e meno intensa esperienza ve la racconto solo dietro a richieste interessate. Mi sono rotto il cazzo di scrivere.