Flusso vitale - esperienza San Pedro
Inviato: sab ago 13, 2016 10:56 am
Preparazione: dopo varie riflessioni e un paio di esperimenti riusciti a meta' ho optato per mangiare il cactus senza procedere ad alcuna estrazione.
Ho rimosso la pellicina piu' esterna, le spine e parte del torsolo interno. Poi l'ho tagliato in piccoli pezzi e l'ho cotto in una pentola, aggiungento acqua, il succo di mezzo limone, zenzero e 2 cucchiai di miele d'acacia. Ho fatto bollire, facendo evaporare l'acqua in eccesso, fino a che non e' diventato una pappa di consistenza abbastanza densa. Ho rimosso lo zenzero e ho congelato il tutto fino al giorno dell'esperienza.
Avevo chiesto consiglio ad un utente del forum (astraldream) riguardo alla preparazione e lui mi aveva consigliato di spremerlo a freddo. Io pero' ritenevo di avere abbastanza stomaco per mangiarlo, inutile dire che mi sbagliavo... ma non prorio del tutto, sono riuscito a mangiarne una buona quantita', non con poca fatica, ma naturalmente non si butta via niente di cio' che e' restato.
La bollitura in ogni caso ha fatto uscire dal cactus un'elevata quantita' di mucilaggini-cere-quellerobeli.
Dose ingerita (non quella totale iniziale) : difficile dire di precido, ma piu' o meno, una parte di cactus di 20 centimetri di lunghezza e di media 5 di larghezza.
Lugo di raccolta: isola sotto la Sicilia, con terreno argilloso-vulcanico molto minerale, scarse precipitazioni.
Il cactus cresceva in penombra ed era parte di un esemplare piuttosto grande, con diverse branche.
Altro: Il cactus non ritengo fosse amarissimo, pero' tenete presente che per me "amarissimo" equivale a estratto concentrato di semi di Peganum harmala.
Durante l'esperienza non ho avuto praticamente nausea.
Setting: su un'isola del mar Mediterraneo, sotto la Sicilia. Mi sono piazzato in cima ad un "monte" di circa 300 metri di quota, con una vegetazione fitta di pini marittimi spontanei, non piu' alti di 3 metri.
Fitto sottobosco. Ho trovato il luogo su di una piccola radura.
Esperienza notturna.
Descrizione esperienza:
Assumo il San Pedro in un' orario compreso tra le 20:45 e le 21:30, mangiando la poltiglia con le mani e prendendo delle pause per non rischiare di vomitare a causa del gusto.
Dopo meno di un'ora avverto i primi effetti e mi intrippo a guardare le stelle, trasportato dalla musica in un cielo che sembra voglia risucchiarmi. Ballo, la fantasia e' a 1000, mi sento libero e felice. L'immaginazione e' amplificata.
Poco dopo, mi siedo e mi guardo attorno. Inizio ad avere paura per l'oscurita' del sottobosco che mi circonda. Sento anche degli strani rumori che mi inquietano.
Dopo un po, dato che da li non sarei potuto scappare in ogni caso, decido di affrontare il buio. Non cerco piu' di far finta che non ci sia, lo guardo, lo fisso, mi approccio ad esso.
Capisco quanto si possa imparare dalle paure, di quante occasioni ho perso a causa della paura, che alla fine e' solo nella mia testa.
Il fatto di non aver paura, mi viene anche spiegato facendomi vedere il legame che c'e' tra me e il mondo: io sono connesso col mondo che mi circonda, esso si presenta come uno specchio di me. E quindi non c'e' nessun motivo di aver paura.
Mi accorgo anche di quanto la natura sia viva, di come gli alberi intorno a me mi "vedano" e sentano la mia presenza.
Li accarezzo, ne accarezzo le foglie e pare che provino piacere come se fossero dei bambini o la morosa, piacere che naturalmente e' reciproco. Poi ne stringo delicatamente il tronco e ne sento l'energia vitale, come un flusso che scorre dal basso verso l'alto.
E' curioso notare che "io sono un tutt'uno col mondo che mi circonda" e "sentire la vita", sembrano cose contrastanti, invevece coesistono! Sono entrambe vere.
Gli effetti aumentano, sono circa le 23:00, ora guardando l'immenso cielo stellato sopra di me e' come se avessi uno zoom. E vedo che i satelliti mandati intorno all'orbita terrestre dall'uomo, sono molto piu' vicini delle stelle, mentre da lucidi sembrano anch'essi stelle che si muovono.
Credo anche di vedere la distanza fra le varie stelle, notando che non sono sullo stesso piano.
Il sacro cactus e' al picco, ad occhi chiusi, oppure guardando l'oscurita' del sottobosco, ho visuals 3D di una certa complessita', che raccontano storie ed insegnamenti. Anche qui mi e' chiaro di come sia limitante la paura e di come si impari guardando il buio.
Ora, fa la comparsa un fattore ambientale che non avevo calcolato, il freddo. Fa tanto freddo e non riesco piu' a godermi il viaggio, anche se ora e' in fase di discesa. Mi copro con quello che posso, ma nulla. Decido quindi di accendere un piccolo fuoco, tra l'altro illegalilissimo nella zona in cui ero e tra musica, brividi, sguardi alle stelle, pensieri, strani rumori nel buio e ancora qualche allucinazione, alle 4:30 circa prendo sonno. Mi risveglio 2 ore dopo rincoglionito, ma felice.
I colori degli alberi e del cielo all'albeggiare sono meravigliosi, tutto mi sembra molto piu' bello e profondo. Un forte senso di benessere e liberta' e' in me.
Ho riflettuto, anche nei giorni prima, su quel che riguarda il giudizio alrui. E capisco che se si vuole essere felici bisogna essere. Ignorando tutti gli schemi sociali che mirano a farci vedere perfetti e normali.
Sono entrato anche per la prima volta sul forum a leggere i commenti sotto il mio messaggio "d'addio" e mi sono detto: "tornero'"
Nel complesso un'esperienza molto profonda (complice il setting), psicologicamente forte, ma non troppo dal punto di vista visivo. Comunque bellissima.
Ho rimosso la pellicina piu' esterna, le spine e parte del torsolo interno. Poi l'ho tagliato in piccoli pezzi e l'ho cotto in una pentola, aggiungento acqua, il succo di mezzo limone, zenzero e 2 cucchiai di miele d'acacia. Ho fatto bollire, facendo evaporare l'acqua in eccesso, fino a che non e' diventato una pappa di consistenza abbastanza densa. Ho rimosso lo zenzero e ho congelato il tutto fino al giorno dell'esperienza.
Avevo chiesto consiglio ad un utente del forum (astraldream) riguardo alla preparazione e lui mi aveva consigliato di spremerlo a freddo. Io pero' ritenevo di avere abbastanza stomaco per mangiarlo, inutile dire che mi sbagliavo... ma non prorio del tutto, sono riuscito a mangiarne una buona quantita', non con poca fatica, ma naturalmente non si butta via niente di cio' che e' restato.
La bollitura in ogni caso ha fatto uscire dal cactus un'elevata quantita' di mucilaggini-cere-quellerobeli.
Dose ingerita (non quella totale iniziale) : difficile dire di precido, ma piu' o meno, una parte di cactus di 20 centimetri di lunghezza e di media 5 di larghezza.
Lugo di raccolta: isola sotto la Sicilia, con terreno argilloso-vulcanico molto minerale, scarse precipitazioni.
Il cactus cresceva in penombra ed era parte di un esemplare piuttosto grande, con diverse branche.
Altro: Il cactus non ritengo fosse amarissimo, pero' tenete presente che per me "amarissimo" equivale a estratto concentrato di semi di Peganum harmala.
Durante l'esperienza non ho avuto praticamente nausea.
Setting: su un'isola del mar Mediterraneo, sotto la Sicilia. Mi sono piazzato in cima ad un "monte" di circa 300 metri di quota, con una vegetazione fitta di pini marittimi spontanei, non piu' alti di 3 metri.
Fitto sottobosco. Ho trovato il luogo su di una piccola radura.
Esperienza notturna.
Descrizione esperienza:
Assumo il San Pedro in un' orario compreso tra le 20:45 e le 21:30, mangiando la poltiglia con le mani e prendendo delle pause per non rischiare di vomitare a causa del gusto.
Dopo meno di un'ora avverto i primi effetti e mi intrippo a guardare le stelle, trasportato dalla musica in un cielo che sembra voglia risucchiarmi. Ballo, la fantasia e' a 1000, mi sento libero e felice. L'immaginazione e' amplificata.
Poco dopo, mi siedo e mi guardo attorno. Inizio ad avere paura per l'oscurita' del sottobosco che mi circonda. Sento anche degli strani rumori che mi inquietano.
Dopo un po, dato che da li non sarei potuto scappare in ogni caso, decido di affrontare il buio. Non cerco piu' di far finta che non ci sia, lo guardo, lo fisso, mi approccio ad esso.
Capisco quanto si possa imparare dalle paure, di quante occasioni ho perso a causa della paura, che alla fine e' solo nella mia testa.
Il fatto di non aver paura, mi viene anche spiegato facendomi vedere il legame che c'e' tra me e il mondo: io sono connesso col mondo che mi circonda, esso si presenta come uno specchio di me. E quindi non c'e' nessun motivo di aver paura.
Mi accorgo anche di quanto la natura sia viva, di come gli alberi intorno a me mi "vedano" e sentano la mia presenza.
Li accarezzo, ne accarezzo le foglie e pare che provino piacere come se fossero dei bambini o la morosa, piacere che naturalmente e' reciproco. Poi ne stringo delicatamente il tronco e ne sento l'energia vitale, come un flusso che scorre dal basso verso l'alto.
E' curioso notare che "io sono un tutt'uno col mondo che mi circonda" e "sentire la vita", sembrano cose contrastanti, invevece coesistono! Sono entrambe vere.
Gli effetti aumentano, sono circa le 23:00, ora guardando l'immenso cielo stellato sopra di me e' come se avessi uno zoom. E vedo che i satelliti mandati intorno all'orbita terrestre dall'uomo, sono molto piu' vicini delle stelle, mentre da lucidi sembrano anch'essi stelle che si muovono.
Credo anche di vedere la distanza fra le varie stelle, notando che non sono sullo stesso piano.
Il sacro cactus e' al picco, ad occhi chiusi, oppure guardando l'oscurita' del sottobosco, ho visuals 3D di una certa complessita', che raccontano storie ed insegnamenti. Anche qui mi e' chiaro di come sia limitante la paura e di come si impari guardando il buio.
Ora, fa la comparsa un fattore ambientale che non avevo calcolato, il freddo. Fa tanto freddo e non riesco piu' a godermi il viaggio, anche se ora e' in fase di discesa. Mi copro con quello che posso, ma nulla. Decido quindi di accendere un piccolo fuoco, tra l'altro illegalilissimo nella zona in cui ero e tra musica, brividi, sguardi alle stelle, pensieri, strani rumori nel buio e ancora qualche allucinazione, alle 4:30 circa prendo sonno. Mi risveglio 2 ore dopo rincoglionito, ma felice.
I colori degli alberi e del cielo all'albeggiare sono meravigliosi, tutto mi sembra molto piu' bello e profondo. Un forte senso di benessere e liberta' e' in me.
Ho riflettuto, anche nei giorni prima, su quel che riguarda il giudizio alrui. E capisco che se si vuole essere felici bisogna essere. Ignorando tutti gli schemi sociali che mirano a farci vedere perfetti e normali.
Sono entrato anche per la prima volta sul forum a leggere i commenti sotto il mio messaggio "d'addio" e mi sono detto: "tornero'"
Nel complesso un'esperienza molto profonda (complice il setting), psicologicamente forte, ma non troppo dal punto di vista visivo. Comunque bellissima.