[Cannabis]-Esperienza extracorporea.
Inviato: ven ago 21, 2020 12:35 pm
Sostanza assunta: Cannabis.
Via di somministrazione: Orale.
Quantità: 4 Biscotti di Cannabis, quantitativo ignoto di sostanza.
Setting: Ad una serata di musica.
Esperienza:
Gli effetti della marijuana si erano presentati prima del solito, ci avevano messo circa una trentina di minuti a comparire, ed i pensieri stavano gia diventando incontrollabili. Era effettivamente più difficile del solito tenere la mente ferma dove volevo, le associazioni di idee facevano quel che volevano. Il tutto mi faceva pensare ad un effetto più forte del solito. I pensieri vorticavano nella testa in maniera quasi fastidiosa, per non dire ansiosa. Stava salendo abbastanza forte. Ad un certo punto ci trovammo in galleria, probabilmente in una manciata di minuti ma; Durante il viaggio in galleria mi resi conto che il tempo era completamente alterato, non era più sotto il mio controllo, scorreva con un'estrema lentezza, lento a tal punto, che era come se 7 minuti fossero u'ora. Non capivo come fosse possibile che soli 7 minuti prima stavamo lasciando il cancello del condominio alle nostre spalle: Ricordavo ogni cosa che avevo pensato durante il viaggio in macchina, i pensieri erano i classici pensieri veloci e incasinati da THC, ma quei pensieri mi parevano così lontani nel tempo, non sapevo collocarli perfettamente nello spazio, ero confuso, pensavo fosse passato molto più tempo e invece, tutto il viaggio era durato solo 7 minuti.
Constatare questo mi fece raggelare il sangue nelle vene, pecrchè capii, che se avevo preso i biscotti alle dieci di sera, facendo un calcolo, ero solo all'inizio della salita dell'erba, e stava salendo troppo. Chiesi alla mia ragazza seduta sul sedile davanti il numero di biscotti che aveva mangiato, e lei rispose “uno”, allora le mie braccia caddero su di lei stringendola in un abbraccio di conforto, e gli dissi “sono felice...sono felice per te” E volevo comunicarle anche quello che stavo vivendo io, stavo partendo, stavo salendo, saliva tutto....e quanto era stata fortunata lei a non aver sbagliato dose con quella roba, perchè stava salendo un trip della madonna, qualcosa di esagerato stavolta..
Arrivati al centro sociale scendiamo dall'autovettura e inizio a sentire disagio, se fino a quel momento ero riuscito a trattenerlo ora mi stava pervadendo brutalmente. Man mano che camminavamo verso la musica mi sentivo sempre più staccato dalla realtà, e i discorsi erano questi: “Rgazzi, vi ricordate quella volta che abbiamo preso i muffin assieme?” Dissi a mio fratello Clau E la mia ragazza deb. “Io sono sballato dieci miliardi di volte di più ora con 4 biscotti.” E tutti si ricordavano di quella volta coi muffin assieme, era stata un'esperienza molto intensa per tutti quanti, ma tutto ciò non centrava nulla con quello che stava accadendo quella sera.
Era un delirio, e nel mezzo del delirio mi sono ritrovato al bar, fermo, come un vegetale a guardare la scena, mio fratello che ordinava da bere e forse anche la mia ragazza, ero talmente distaccato da tutto che nemmeno mi rendevo conto di cosa ci facessi lì. E ad un certo punto, guardando oltre il bancone del bar, la scena di fronte a me diventò piatta..c'erano come delle persone in una televisione, vedevo braccia umane che si passavano scontrini e birre ghiacciate, persone che spillavano le bionde, mani che allungavano banconote, tutto come se fosse dentro ad una televisione con schermo gigante...allora feci un pensiero “ma se la realtà è piatta vuol dire che dietro di me non ci dovrebbe essere niente”, mi girai, e quando vidi la profondità del mondo reale mi accorsi di essere in uno stato mentale pseudo psicotico, dovevo uscire dal bar al più presto..avevo bisogno di uscire. Cercai una via di uscita, ed una volta raggiunta, mi ritrovai di fronte ad una constatazione schizzofrenica, il bar dal quale ero appena uscito era chiuso...non era mai esistito, quella sera aveva le serrande abbassate, avevo di fronte solo il grigio delle serrande chiuse...dov'ero appena stato?! Cosa mi stava succedendo?!! Panico..cominciai a camminare disegnando la lettera I, facevo 10 passi avanti e 10 passi indietro, quindi ancora, 10 passi in avanti, affannosamente, e 10 passi per tornare all'origine, così, in un movimento incessante e nevrotico, per un tempo indefinito. Camminavo da matto in mezzo alla gente, che mi avrà creduto pazzo. Ero il classico sballone da centro sociale, qualche matto rimasto sotto si sarà mangiato un cartone al posto di rispettare le prudenti indicative del suo medico psichiatra. Un incubo ad occhi aperti. Continuai a camminare fino a quando per sbaglio non incontrai Clau e Deb: “Dov'eri finito?!” Mi chiesero. Ed io risposi una cosa che non ricordo, ma ho cercato di andare con Deb di fuori, quindi mi ritrovai davanti ai sacchi d'immondizia gettati a terra fuori dal locale, ed il volto della mia ragazza era cambiato, era come se non fosse il suo, tutto era strano. Ad un certo punto non ricordo cosa, come, o perchè, mi sono ritrovato per terra accovacciato sull'asfalto freddo. “Aiuto..” Dissi. “Aiuto non sto bene”...Delle scosse di terrore mi pervadevano l'anima e cercavo disperatamente il terreno sotto i piedi.. “Aiuto non sto bene”..stava accadendo, mi stavo per staccare dal corpo, come mi successe tanti anni prima durante un Bad trip con la Marijuana, riconoscevo quella dimensione dissociativa che mi stava salendo, solo che stavolta era davvero molto forte, e avevo paura.
Le mani erano diventate improvvisamente degli involucri, i polpastrelli erano dei pezzi di carne ruvida che sfregavano l'uno con l'altro generando la sensazione di essere inserito in un corpo non mio.
Sfregando i polpastrelli potevo sentire questo corpo, sentivo di essere dentro ad un corpo, come se la mente fosse del tutto staccata da esso, e sentisse il corpo come non suo. Quello non era più il mio corpo, mi sentivo fastidiosamente dentro un corpo, e terribilmente angosciato di sentirmi così lontano da mè stesso, era l'apice del distacco dalla realtà. Toccavo il mio braccio, e percepivo..un qualcosa di assurdo, indescrivibile, era un'esperienza extracorpoera.
Il volto della mia ragazza, preoccupato e dispiaciuto, era di fronte a me quando cercavo di spiegargli..che quello che stavo vivendo era completamente fuori da ogni comprensione umana. “Sono fuori dal mio corpo”..le toccavo la giacca, poi toccavo la mia mano...cercavo di concepire il tatto.
Intanto lei stava messaggiando con Clau, il messaggio era questo “Clau vieni presto perchè tuo fratello si sta rotolando per terra, è preso male”. E nel mezzo della tragicità della scena, mi ritrovai presto a perdere completamente il corpo e a diventare aria. E da questo momento in poi, nulla sarebbe stato più lostesso.
Diventai aria, era come essere catapultati in una dimensione dove la corporeità non esisteva, dove il tempo e lo spazio erano indecifrabili; Una dimensione dove soltanto il metabolismo poteva salvarti e riportarti nella realtà che conosciamo. Ma in quel momento, stavo viaggiando, viaggiavo “nell'oltre”. Avevo scoperto che se muovevo le mani in una maniera molto buffa, molto autistica, muovendole addosso al mio amico Leo, non toccavo veramente la sua giacca, il tatto non esisteva, e andando oltre nella descrizione di ciò che mi è successo si potrebbe dire che la realtà stessa era costituita solo di aria. Non esisteva la materia, mi ero staccato dal mondo materiale, tutto era fatto di aria, inconsistente.
Non avevo il tatto, non toccavo veramente quella giacca, io ero la giacca, e vedere le mie mani confondersi con quella giacca danzando in una danza vorticosa, intrecciandosi senza mai incontrarsi veramente, era qualcosa col quale volevo giocare. E ne parlavo con tutti, come se fossi il rivelatore di una dimensione parallela, proveniente da un pianeta diverso, oppure come se fossi un'entità non umana, in grado di essere nel tutto. Ero disperso in un ambiente dissolto, ero confuso con l'ambiente, io potevo entrare nelle cose confondendomici, come se fossi parte delle cose, ed era bellissimo creare un otto vorticoso con le mie mani colpendo la giacca di Leo, per poi gettarle in alto ed essere aria, e poi rimescolarle alla giacca constatando, che la differenza tra l'aria e la giacca non esisteva, la realtà era fatta di aria, io stesso ero aria. Fase autistica: durante questa fase potevo sembrare un grave caso di autismo se visto dall'esterno. Giocavo a fare questo movimento con le mani e a toccare la materia, la mia ragazza era veramente preoccupata, e non avrebbe più cucinato biscotti alla cannabis con me. Fortunatamente l'ansia si era affievolita, ora ero perso in uno stato allucinatorio senza più provare angoscia, ero semplicemente lì, a girovagare nell'atmosfera in una forma rarefatta dell'essere. Durante questa parte di serata posso dire di aver vissuto l'esperienza più assurda della mia vita. E' stato un effetto così unico che non credo potrei mai riprovare una cosa simile.
Una volta arrivati a casa, un asse di legno dai colori dell'arcobaleno scorse davanti ai miei occhi chiusi. Stavo a letto dopo una serata pazzesca, ancora vivo, forse sano di mente o forse no, con questi scherzi visivi ad occhi chiusi, ma con la sensazione di spegnermi pian piano, e di finire in un sonno profondo, ritrovando la pace. Ero finalmente sceso e quasi tornato “dall'oltre”.
Conclusioni:
Quel che è successo al bar ha una spiegazione logica, ma al momento non mi è stato possibile mantenere un filo di collegamento alla realtà. Il bar era veramente chiuso, le serrande erano abbassate, perchè per accedere al bar si doveva fare un'altra strada quella sera, bisognava passare dal centro sociale (perchè centro sociale e bar sono contigui). E' molto probabile che io sia finito al bar sovrapensiero, con chissà quali pensieri in testa, dimenticandomi del tragitto che avevo percorso, quindi sono passato dal centro sociale senza accorgermi e sono arrivato al bar. Mentre di solito non si deve passare dal centro sociale, perchè le serrande sono aperte e la porta d'ingresso solitamente è quella lì, che quella sera al contrario era chiusa....e quando mi sono trovato di fronte ad un bar chiuso, ho pensato semplicemente di essere passato fuori di testa (mai credere di essere pazzi in trip, è la fine).
Le esperienze dissociative con la cannabis almeno per me sono possibili, in almeno 10 anni di esperienza con lei mi è capitato ben tre volte, ogni volta sconvolgente, al limite del bad trip.
Ho potuto constatare che la dose assunta è fondamentale per generare un trip di questo tipo, e le sensazioni di distacco provate sono paragonabili a quelle della Salvia divinorum, per l'esperienza che ho fatto di entrambe le sostanze. Quella sera ero talmente staccato dalla realtà che non riuscivo a capire la musica, non riuscivo a riconoscere il genere musicale, non sapevo nemmeno più cosa fosse un genere musicale.
Vi chiederei cosa ne pensate di questo racconto e se è mai capitato qualcosa del genere anche a voi. Esperienze dissociative con cannabis..stati allucinatori molto forti, esperienze extracorporee o qualcosa di simile ad un viaggio astrale.
Via di somministrazione: Orale.
Quantità: 4 Biscotti di Cannabis, quantitativo ignoto di sostanza.
Setting: Ad una serata di musica.
Esperienza:
Gli effetti della marijuana si erano presentati prima del solito, ci avevano messo circa una trentina di minuti a comparire, ed i pensieri stavano gia diventando incontrollabili. Era effettivamente più difficile del solito tenere la mente ferma dove volevo, le associazioni di idee facevano quel che volevano. Il tutto mi faceva pensare ad un effetto più forte del solito. I pensieri vorticavano nella testa in maniera quasi fastidiosa, per non dire ansiosa. Stava salendo abbastanza forte. Ad un certo punto ci trovammo in galleria, probabilmente in una manciata di minuti ma; Durante il viaggio in galleria mi resi conto che il tempo era completamente alterato, non era più sotto il mio controllo, scorreva con un'estrema lentezza, lento a tal punto, che era come se 7 minuti fossero u'ora. Non capivo come fosse possibile che soli 7 minuti prima stavamo lasciando il cancello del condominio alle nostre spalle: Ricordavo ogni cosa che avevo pensato durante il viaggio in macchina, i pensieri erano i classici pensieri veloci e incasinati da THC, ma quei pensieri mi parevano così lontani nel tempo, non sapevo collocarli perfettamente nello spazio, ero confuso, pensavo fosse passato molto più tempo e invece, tutto il viaggio era durato solo 7 minuti.
Constatare questo mi fece raggelare il sangue nelle vene, pecrchè capii, che se avevo preso i biscotti alle dieci di sera, facendo un calcolo, ero solo all'inizio della salita dell'erba, e stava salendo troppo. Chiesi alla mia ragazza seduta sul sedile davanti il numero di biscotti che aveva mangiato, e lei rispose “uno”, allora le mie braccia caddero su di lei stringendola in un abbraccio di conforto, e gli dissi “sono felice...sono felice per te” E volevo comunicarle anche quello che stavo vivendo io, stavo partendo, stavo salendo, saliva tutto....e quanto era stata fortunata lei a non aver sbagliato dose con quella roba, perchè stava salendo un trip della madonna, qualcosa di esagerato stavolta..
Arrivati al centro sociale scendiamo dall'autovettura e inizio a sentire disagio, se fino a quel momento ero riuscito a trattenerlo ora mi stava pervadendo brutalmente. Man mano che camminavamo verso la musica mi sentivo sempre più staccato dalla realtà, e i discorsi erano questi: “Rgazzi, vi ricordate quella volta che abbiamo preso i muffin assieme?” Dissi a mio fratello Clau E la mia ragazza deb. “Io sono sballato dieci miliardi di volte di più ora con 4 biscotti.” E tutti si ricordavano di quella volta coi muffin assieme, era stata un'esperienza molto intensa per tutti quanti, ma tutto ciò non centrava nulla con quello che stava accadendo quella sera.
Era un delirio, e nel mezzo del delirio mi sono ritrovato al bar, fermo, come un vegetale a guardare la scena, mio fratello che ordinava da bere e forse anche la mia ragazza, ero talmente distaccato da tutto che nemmeno mi rendevo conto di cosa ci facessi lì. E ad un certo punto, guardando oltre il bancone del bar, la scena di fronte a me diventò piatta..c'erano come delle persone in una televisione, vedevo braccia umane che si passavano scontrini e birre ghiacciate, persone che spillavano le bionde, mani che allungavano banconote, tutto come se fosse dentro ad una televisione con schermo gigante...allora feci un pensiero “ma se la realtà è piatta vuol dire che dietro di me non ci dovrebbe essere niente”, mi girai, e quando vidi la profondità del mondo reale mi accorsi di essere in uno stato mentale pseudo psicotico, dovevo uscire dal bar al più presto..avevo bisogno di uscire. Cercai una via di uscita, ed una volta raggiunta, mi ritrovai di fronte ad una constatazione schizzofrenica, il bar dal quale ero appena uscito era chiuso...non era mai esistito, quella sera aveva le serrande abbassate, avevo di fronte solo il grigio delle serrande chiuse...dov'ero appena stato?! Cosa mi stava succedendo?!! Panico..cominciai a camminare disegnando la lettera I, facevo 10 passi avanti e 10 passi indietro, quindi ancora, 10 passi in avanti, affannosamente, e 10 passi per tornare all'origine, così, in un movimento incessante e nevrotico, per un tempo indefinito. Camminavo da matto in mezzo alla gente, che mi avrà creduto pazzo. Ero il classico sballone da centro sociale, qualche matto rimasto sotto si sarà mangiato un cartone al posto di rispettare le prudenti indicative del suo medico psichiatra. Un incubo ad occhi aperti. Continuai a camminare fino a quando per sbaglio non incontrai Clau e Deb: “Dov'eri finito?!” Mi chiesero. Ed io risposi una cosa che non ricordo, ma ho cercato di andare con Deb di fuori, quindi mi ritrovai davanti ai sacchi d'immondizia gettati a terra fuori dal locale, ed il volto della mia ragazza era cambiato, era come se non fosse il suo, tutto era strano. Ad un certo punto non ricordo cosa, come, o perchè, mi sono ritrovato per terra accovacciato sull'asfalto freddo. “Aiuto..” Dissi. “Aiuto non sto bene”...Delle scosse di terrore mi pervadevano l'anima e cercavo disperatamente il terreno sotto i piedi.. “Aiuto non sto bene”..stava accadendo, mi stavo per staccare dal corpo, come mi successe tanti anni prima durante un Bad trip con la Marijuana, riconoscevo quella dimensione dissociativa che mi stava salendo, solo che stavolta era davvero molto forte, e avevo paura.
Le mani erano diventate improvvisamente degli involucri, i polpastrelli erano dei pezzi di carne ruvida che sfregavano l'uno con l'altro generando la sensazione di essere inserito in un corpo non mio.
Sfregando i polpastrelli potevo sentire questo corpo, sentivo di essere dentro ad un corpo, come se la mente fosse del tutto staccata da esso, e sentisse il corpo come non suo. Quello non era più il mio corpo, mi sentivo fastidiosamente dentro un corpo, e terribilmente angosciato di sentirmi così lontano da mè stesso, era l'apice del distacco dalla realtà. Toccavo il mio braccio, e percepivo..un qualcosa di assurdo, indescrivibile, era un'esperienza extracorpoera.
Il volto della mia ragazza, preoccupato e dispiaciuto, era di fronte a me quando cercavo di spiegargli..che quello che stavo vivendo era completamente fuori da ogni comprensione umana. “Sono fuori dal mio corpo”..le toccavo la giacca, poi toccavo la mia mano...cercavo di concepire il tatto.
Intanto lei stava messaggiando con Clau, il messaggio era questo “Clau vieni presto perchè tuo fratello si sta rotolando per terra, è preso male”. E nel mezzo della tragicità della scena, mi ritrovai presto a perdere completamente il corpo e a diventare aria. E da questo momento in poi, nulla sarebbe stato più lostesso.
Diventai aria, era come essere catapultati in una dimensione dove la corporeità non esisteva, dove il tempo e lo spazio erano indecifrabili; Una dimensione dove soltanto il metabolismo poteva salvarti e riportarti nella realtà che conosciamo. Ma in quel momento, stavo viaggiando, viaggiavo “nell'oltre”. Avevo scoperto che se muovevo le mani in una maniera molto buffa, molto autistica, muovendole addosso al mio amico Leo, non toccavo veramente la sua giacca, il tatto non esisteva, e andando oltre nella descrizione di ciò che mi è successo si potrebbe dire che la realtà stessa era costituita solo di aria. Non esisteva la materia, mi ero staccato dal mondo materiale, tutto era fatto di aria, inconsistente.
Non avevo il tatto, non toccavo veramente quella giacca, io ero la giacca, e vedere le mie mani confondersi con quella giacca danzando in una danza vorticosa, intrecciandosi senza mai incontrarsi veramente, era qualcosa col quale volevo giocare. E ne parlavo con tutti, come se fossi il rivelatore di una dimensione parallela, proveniente da un pianeta diverso, oppure come se fossi un'entità non umana, in grado di essere nel tutto. Ero disperso in un ambiente dissolto, ero confuso con l'ambiente, io potevo entrare nelle cose confondendomici, come se fossi parte delle cose, ed era bellissimo creare un otto vorticoso con le mie mani colpendo la giacca di Leo, per poi gettarle in alto ed essere aria, e poi rimescolarle alla giacca constatando, che la differenza tra l'aria e la giacca non esisteva, la realtà era fatta di aria, io stesso ero aria. Fase autistica: durante questa fase potevo sembrare un grave caso di autismo se visto dall'esterno. Giocavo a fare questo movimento con le mani e a toccare la materia, la mia ragazza era veramente preoccupata, e non avrebbe più cucinato biscotti alla cannabis con me. Fortunatamente l'ansia si era affievolita, ora ero perso in uno stato allucinatorio senza più provare angoscia, ero semplicemente lì, a girovagare nell'atmosfera in una forma rarefatta dell'essere. Durante questa parte di serata posso dire di aver vissuto l'esperienza più assurda della mia vita. E' stato un effetto così unico che non credo potrei mai riprovare una cosa simile.
Una volta arrivati a casa, un asse di legno dai colori dell'arcobaleno scorse davanti ai miei occhi chiusi. Stavo a letto dopo una serata pazzesca, ancora vivo, forse sano di mente o forse no, con questi scherzi visivi ad occhi chiusi, ma con la sensazione di spegnermi pian piano, e di finire in un sonno profondo, ritrovando la pace. Ero finalmente sceso e quasi tornato “dall'oltre”.
Conclusioni:
Quel che è successo al bar ha una spiegazione logica, ma al momento non mi è stato possibile mantenere un filo di collegamento alla realtà. Il bar era veramente chiuso, le serrande erano abbassate, perchè per accedere al bar si doveva fare un'altra strada quella sera, bisognava passare dal centro sociale (perchè centro sociale e bar sono contigui). E' molto probabile che io sia finito al bar sovrapensiero, con chissà quali pensieri in testa, dimenticandomi del tragitto che avevo percorso, quindi sono passato dal centro sociale senza accorgermi e sono arrivato al bar. Mentre di solito non si deve passare dal centro sociale, perchè le serrande sono aperte e la porta d'ingresso solitamente è quella lì, che quella sera al contrario era chiusa....e quando mi sono trovato di fronte ad un bar chiuso, ho pensato semplicemente di essere passato fuori di testa (mai credere di essere pazzi in trip, è la fine).
Le esperienze dissociative con la cannabis almeno per me sono possibili, in almeno 10 anni di esperienza con lei mi è capitato ben tre volte, ogni volta sconvolgente, al limite del bad trip.
Ho potuto constatare che la dose assunta è fondamentale per generare un trip di questo tipo, e le sensazioni di distacco provate sono paragonabili a quelle della Salvia divinorum, per l'esperienza che ho fatto di entrambe le sostanze. Quella sera ero talmente staccato dalla realtà che non riuscivo a capire la musica, non riuscivo a riconoscere il genere musicale, non sapevo nemmeno più cosa fosse un genere musicale.
Vi chiederei cosa ne pensate di questo racconto e se è mai capitato qualcosa del genere anche a voi. Esperienze dissociative con cannabis..stati allucinatori molto forti, esperienze extracorporee o qualcosa di simile ad un viaggio astrale.