Sostanza: DMT
Quantità: 0,3
Metodo d’assunzione: Fumata con paglietta in pipa di vetro
Peso corporeo: 65kg x 177
Setting: Camera d’hotel
Il Prima
Ho avuto una prima esperienza con 100µg di 1p-LSD 3 mesi fa che ho riportato qui con l’account di Dikra_1 (account che ho perso, quindi sono con questo nuovo per scrivere della seconda). La prima è stata davvero corposa e intensa ma un po’ carente di viaggio interiore e introspezione profonda, motivo per il quale ho ospitato la DMT come secondo step.
ESPERIENZA
Spengo tutte le luci e chiudo tutte le tende, lascio bruciare una candela alla destra del lettone sul quale sono comodamente seduto. Approfitto del momento giusto per tirare.
Trattengo. I motori si scaldano, sento che non mi serve altro carburante quindi poso la pipa alla mia sinistra. L’intero corpo viene pervaso da vibrazioni, mentre mi lascio delicatamente cadere sulla schiena, svuoto i polmoni.
I primi frattali fanno la loro comparsa. Sinuosi, chiari, coloratissimi. Eccovi finalmente, ho pensato, è questo quello di cui tanto si parla, è questo quello che si prova quando si muore? Vengo preso alla sprovvista dalle orecchie che diventano due lame affilate che sfregandosi l’una sull’altra suonano un fischio che trapana il cervello. Sapevo di questa cosa, ma per qualche ragione pensavo non ci sarebbe stata.
Sono partito, il viaggio si sta svolgendo e il treno sfreccia all’impazzata, ma mi sento come se mi trovassi nella situazione di dover prima sistemare l’esterno per poter partire davvero, come se mentre la sostanza andasse a mille io le stessi dicendo “okay, capisco, però ti prego, aspetta solo un secondo, fammi risolvere prima questa cosa”, e ciò che dovevo risolvere era spegnere quella maledetta candela:
Percepisco la sua luce sul mio corpo come se scavasse nella carne, sul busto e sul torace. È diventata tante piccole bocche che lessano e mangiucchiano la pelle così troppo scoperta al cospetto di una luce che altro non illumina che la concretezza di una materia la quale io voglio disperatamente trascendere.
Nel frattempo, chiedo alla sostanza di portarmi dall’altro lato, le chiedo di non farmi restare lì.
Punto gli occhi nell’angolo più buio delle palpebre e chiedo ai fulmini viola, ai triangoli blu, ai cerchietti verdi ed ai fasci multicolori di prendermi. Ma, a dirla tutta, ho iniziato a chiedere di portarmi oltre solo dopo che la sostanza ha raggiunto il suo picco; perché precedentemente, quando era stato davvero il momento di andare dall’altro lato, oltre alla luce della candela si sono presentate delle cinture di sicurezza da parte mia che ero convinto di non avere, e si sono presentate nel punto in cui la sostanza ha raggiunto un intensità per la quale pensavo di essere pronto, e solo dopo che ho riacquisito un po’ di quel maledetto controllo ho iniziato a chiederle di portarmi con sé, quindi sapevo anche che ormai era troppo tardi per quello che stavo chiedendo; che avevo perso l’occasione, scusandomi per aver dubitato di lei.
A quel punto, subentrano dei frattali circolari con dei volti tutti identici tra di loro posizionati nei punti d’incontro delle linee che li formano, con al centro un volto più grande e definito di quelli da cui è circondato. Il colore predominante è il verde, il volto è quello di una donna dalle labbra di foglia, occhi di petali, carne di steli d’erba e capelli di rampicanti. Mentre provo a scappare dalla luce nella stanza e chiedo di andare oltre, quel volto mi sorride, infonde pace; è come se mi stesse dicendo:”tu stai tranquillo, tanto io resto qui e ti aspetto”. Mi ha teso la mano destra, io ho allungato la mia sinistra, non fisicamente, ma non sono riuscito ad afferrarla; ormai la sostanza è agli sgoccioli.
Apro gli occhi, il soffitto minaccia dolce di spalmarsi su di me.
Riporto subito qui sotto pochissime righe che ho buttato giù subito dopo l’esperienza:
I fili della fronte si mischiano
Ci sono delle intermittenze a penetrare prepotentemente i limiti mai raggiunti
La corteccia che tiene al sicuro si straccia
La scintilla data da una scossa di un filo della corrente
La linea razionale si sgretola e si divide e si scorgono le sue sottili, trasparenti, colorate ossa di cui nel suo insieme essa è composta
Queste si sovrappongono e pensi che non sia giusto, che non è normale, che non è umano
Un limite emerso in quel momento ma che era già presente
Ora identificato, destinato a sgretolarsi anch’esso
Libero di oltrepassare la soglia, ora, dopo averla sfiorata ed essermi ritratto.
CONSIDERAZIONI
Chiedo ai più esperti in questo campo: quale punto ho raggiunto secondo voi?
Questo primo incontro mi ha aiutato a identificare le cose che posso migliorare per avere un approccio più adatto a livello di condizioni esterne (BUIO TOTALE) ma anche d’accettazione completa (e anche qui, TOTALE) a quello che succede, alla morte. Quindi mi lego al dito queste due componenti per la settimana d’attesa che mi sono imposto per quando vivrò la prossima esperienza, mentre la sostanza riposa in freezer.
Ma ovviamente, se avete ulteriori consigli sono tutt’orecchi.
Grazie per l’attenzione.
A presto.
S.
Sulla Soglia (dmt)
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Sulla Soglia (dmt)
Ultima modifica di Viandante_7 il gio nov 05, 2020 9:28 pm, modificato 1 volta in totale.
Re: Sulla Soglia (dmt)
Mi piace molto che tu parli nel trip, è una cosa che faccio anche io, anche se con scarsi risultati.
E' un modo per rimanere concentrati e coscienti, ma a volte forse fa barriera nel lasciarsi travolgere dall'esperienza stessa.
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Le informazioni da me riportate sono esclusivamente a scopo informativo.
Non intendo incitare nessuno all'uso di sostanze stupefacenti. Peace
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Re: Sulla Soglia (dmt)
Già! Penso di aver agito col “parlare” perché essendo la prima volta con questa sostanza, il mio istinto abbia ricorso a mantenere questo grado di razionalità. Spero molto di riuscire a lasciare la parola esclusivamente a lei, per lasciarmi portare dove può realmente portarmi.
Grazie per il feedback
