Inìgo ha scritto: ↑sab gen 18, 2020 2:25 pm
Su questo argomento amo molto la metafora della stanza buia e della torcia: l'intero volume della stanza è la mente, che viene scandagliata dalla torcia
E' grazie alla comunicazione che possono rendersi più ampie le vedute sul 'cogito ergo sum'. La comparazione tra buio e luce è un buon sistema per ottenere risposte tangibili per le domande che ci poniamo.
Gli psichedelici "truccano" la torcia in modo che abbia un raggio più ampio e più lungo (il che non è per forza un bene, anzi!).
Similmente comparavo l'espansione della propria coscienza al raggiungimento di ohm molto bassi. Le differenze che vedo stanno nel focalizzarsi in una dato emisfero della propria coscienza oppure nell'interpretarla come onnipresente ma incapace di gestire la propria espansione/contrazione.
Entrambe le varianti si completano e così potremmo dire di aver integrato l'un l'altro. Come se ci scambiassimo ricette sul come preparare un uovo al tegamino.
Sono dell'opinione che quel 'truccano' sia da attribuire anche alla maggiore capacità (capacitanza (elettronica)) che hanno le entità in dati attimi di interagire con la nostra coscienza e con il nostro corpo.
Provare a girare con una lampadina in mano (focalizzazione) oppure farsi fare luce (modalità gestita, espansione) diventa una questione di scelta. Abbiamo la notte e il giorno, il buio e la luce, così pure noi possiamo decidere o meno se affrontare la 'strada' da soli (ottima scelta) oppure farci guidare (ottima scelta) tanto entrambe le situazioni si vanno a creare nel momento in cui decidiamo di voler 'navigare' nei meandri della nostra mente e nella mente collettiva.
Anche il fatto che non ricordiamo un sogno (o un determinato evento reale) non vuol dire necessariamente che in quel momento non eravamo coscienti, ma solamente che il fatto non ha lasciato "tracce" nei circuiti cerebrali dei ricordi.
Secondo me il hard disk è sempre lì a registrare, la sua capacitanza è illimitata.
Noi siamo agli esordi del concepire l'illimitato, quindi siamo limitati. Chi più chi meno, questione di genetica, scelte, fortuna ecc....
Potremmo comparare ciò che non è limitato con l'eternità.
Pensare è semplice, immedesimarsi un pò meno. Sfiorare il concetto di eternità porta ad una saturazione delle sensazioni che è difficile da reggere. Credo di parlare del confine tra la normalità e la pazzia.
Fohat ha scritto: ↑sab gen 18, 2020 7:25 pm
Io a livello generale vedo l'inconscio come un mare, "l'Oceano delle infinite esperienze", in cui sono contenute in potenza tutte le manifestazioni possibili.
Non c'è due senza tre. Grazie per l'integrazione.
In effetti ho sentito già comparare la terra e il mare ai due stati della nostra coscienza. Come meta temporanea è stata spesso indicata la spiaggia.
l'Assoluto e l'Inconscio, se si vuole essere scettici e relativistici al massimo grado, sono la stessa cosa, per quanto ne sappiamo. il Mistero di Dio (o chi/cosa per lui) sta lì, se vogliamo vederla in modo """materialistico""", ma io direi si tratta di onestà intellettuale più che di materialismo.
Onestà intellettuale che sarà legata alla consapevolezza che siamo materiali e che la materialità è comparabile a quella spiaggia.
Spiaggia per chi vuol sentire l'odore del mare, non di certo per chi vuole stare nascosto in collina. Resto sulla linea comparativa, s'intenda. Fossimo esseri acquatici l'inconscio sarebbe rappresentato dalla terra.
C'è però un fattore che allaccerei alla visione del conscio e dell'inconscio: la condizione remota.
Che si tratti di conscio oppure inconscio, è sempre una questione di essere, legata alla creazione.
Tutto ciò che ci circonda, noi inclusi, siamo frutto di una 'qualche forma intelligenza' che vista nella sua forma più primitiva è alquanto misteriosa (giusto un pelino

).
E' che se tutto è diviso in maschio e femmina, in positivo e negativo, anche quel povero dio non può essere visto come un'entità unica. Introdurrei piuttosto ad una visione duale, a ciò che non sarebbe definibile entità. Semplici concetti di infinita espansione (femmina) e infinita contrazione (maschio).
Come avrebbero compreso di 'essere' è un'altra domanda senza fine. Le risposte sarebbero quindi da intravedere nel 'quotidiano' gocciolare di perle di saggezza che ognuno di noi può accatastare, cogliendole come se fossero manna che scende dal cielo.
Sicuramente la distinzione tra conscio, subconscio e inconscio è una schematizzazione convenzionale, e i contorni di queste categorie sono quanto mai sfumati. Ci potremmo soffermare sull'apprendimento, ad esempio di un comportamento, o di una lingua, o di un concetto.
Schematizzazione che ha portato alla comparsa di malattie quali il voler 'piramidizzare' i settori della mente.
Possiamo renderci perfettamente conto che apprendere una lingua vuol dire imparare a utilizzare sequenze di vibrazioni differenti. La sequenza 'italiano' rappresenterebbe la sequenza di comparazione. Imparando la sequenza 'cinese' avremo dato inizio alla ricerca di sinonimi che nella sequenza 'italiano' vogliono dire per noi una data cosa.
Giochetti della mente.
Potremmo dire che inizialmente questo nuovo contenuto viene tenuto nella sfera conscia, e che col tempo tende però ad inabissarsi verso l'inconscio. In questo modo si forma un'abitudine, una capacità che viene interiorizzata. Questo ci permette di parlare automaticamente, senza che la nostra sfera del conscio debba contenere, mentre parliamo, l'immenso bagaglio delle istruzioni e delle regole sull'uso del linguaggio; ma possiamo invece tenere cosciente solo il contenuto di ciò che stiamo dicendo e i suoi sviluppi.
è una questione di economia e di ecologia della mente.
Ben detta, ecologia e economia di tutto ciò che assimiliamo stando a contatto con altre entità, essendo noi stessi composti di entità. Una comparazione che utilizzo è quella di due corpi adiacenti. Uno ha 40°C, l'altro 20°C. Rinchiusi in una stanza la temperatura dei loro corpi tenderà a livellarsi e il tutto durerà per un dato lasso di tempo poichè a sua volta i due corpi scambieranno la loro temperatura con l'ambiente, o per chi vuol vedere una continuità 'cosciente', con la temperatura delle entità che costituiscono l'ambiente.
L'universo è in costante 'movimento' endo-esotermico, così la nosta coscienza è alla costante ricerca di uno stato bilanciato, dell'armonia. Armonia espressa come un miraggio che ogni tanto diventa realtà, speranza.
Dunque, non solo l'Inconscio non può essere reso del tutto conscio perché è infinito, ma oltretutto qualsiasi cosa presente nella sfera conscia viene progressivamente fatta sprofondare via via che ce ne appropriamo. è un meccanismo molto furbo ma che ha logicamente i suoi limiti.
un'ultima immagine mi preme lasciare. all'inizio del discorso "più particolare" sull'inconscio, che ho appena terminato, ho detto che "un nuovo contenuto inizialmente è nella sfera conscia [prima di iniziare a sprofondare]".
Heh, chissà. Mi chiedo se esistono 'nuovi contenuti' che passano prima nella sfera dell'inconscio per poi avanzare verso il conscio.
Ciò che concettualizziamo come sensazione non è detto che venga trasmessa convenzionalmente come siamo abituati. Certi contenuti potrebbero essere innati, altri potrebbero nascere nel nostro inconscio per poi affiorare nel conscio.
Dunque, in conclusione, uno stimolo o messaggio esterno viene associato in qualche modo ad un modello proveniente dall'inconscio. Così assume una forma manifesta, e diviene un oggetto mentale. come tale diventa maneggevole, e viene ospitato nella sfera del conscio, sottoposto al raziocinio ed "esplorato" in quanto contenuto nuovo.
Quindi potrei dedurre che sì, la risposta precedente trova appigli in questa tua osservazione.
via via che questo processo va avanti, la mente si appropria sempre più del contenuto, e lo fa sprofondare verso il subconscio come automatismo (o in generale qualcosa "che si padroneggia").
E' un concetto di spazio-tempo.
Ma se il tempo venisse messo in disparte?
Senza fare confusione con la successione degli avvenimenti focalizzerei su quella situazione remota descritta prima:
dio non c'è, la dea nemmeno, non esistono ancora le creature arrivate successivamente, quindi una situazione priva di concettualizzazione.
Che era?
Come si presentava?
Come avranno fatto le due unità a trovarsi per copulare e far nascere il creato, come hanno capito di essere?
Anticipo che dal nulla di certo non è arrivato niente. Il nulla esprime qualcosa che non c'è, qualcosa di inespresso. Di fatto rendersi conto di esistere dona risposte che non permettono al nulla di farsi spazio nella nostra mente.
Una cosa è per me certa: non vedo la possibilità di estraneare il concetto di temperatura neppure nel vuoto assoluto (fisica). Materialmente essa assume dei valori che nelle sue oscillazioni determinano l'armonia nell'ambiente circostante, nell'immateriale potrei compararla al concetto dei colori:
mettendo fisicamente un pò di tutto (di tutti gli elementi presenti in natura (chimica)) in un forno, inizialmente avremmo il buio, il nero. Man mano che la temperatura aumenta compare l'arancio (es. 500°C), poi il giallo (940°C), poi il bianco (1400*C). Proseguendo con l'innalzamento della temperatura è prevedibile anche la volatilizzazione degli elementi presenti nel forno, che supportati dalla luce (bianco) donerebbero a questa caratteristiche sfaccettature identificabili come colori (traggo esempio dalla colorazione della fiamma, dai fuochi d'artificio).
Mi rendo conto di esprimermi per parabole, ma provando quel concetto di temperatura come un qualcosa di enormemente espanso e che non trova confine nemmeno nell'immateriale, è ovvio per me associare la coscienza alla temperatura, alla eterna espansione.
Inversamente, parlando di contrazione, di 'densità', vedo il fuoco come temperatura densa, la stessa specie di entità che però si contrare all'infinito, potendo rappresentare un puntino nell'eterno, l'universo posto al centro dell'immateriale.
Spero di non essere stato troppo confuso nell'esporre questa mole di pensiero...
Anzi, chiaro. Letto una volta il teso è comprensibile ad un livello, letto due volte è già parte integrante dei miei pensieri. Come del resto quello fatto da Inìgo. Attendo completamenti e interazione con molto entusiasmo da parte mia.