La direzione del viaggio psichedelico
Inviato: dom nov 24, 2024 1:39 am
Ciao a tutti.
Le mie recenti esperienze, altre che avevo già letto, e l'ultima esperienza di un altro utente con i funghi, mi hanno portato ad avere una riflessione sulla direzione che un viaggio psichedelico può prendere. Le sostanze su cui posso argomentare sono LSD, 2CB, e anche senza averli mai provati, i funghi e la psilocina. Credo lo stesso discorso valga per tutti gli analoghi di queste sostanze.
Voglio prendere in esame un particolare aspetto che accompagna le esperienze: il set. Ho suddiviso in due categorie i possibili scenari, ovvero "dentro casa" e "in esterno".
Ora, sappiamo benissimo che assumere uno psichedelico dentro casa nostra o fuori casa faccia una grandissima differenza, ma sappiamo riconoscere i motivi e le possibilità che li portano su strade differenti?
Parlo per l'esperienze che ho avuto io, ma credo che alcune cose siano oggettive e, dove marcatamente o dove meno, sono sempre presenti in tutti gli individui quando si parla di psiche.
Quando assumiamo uno psichedelico all'esterno, fuori casa nostra, molto spesso è una modalità che preferiamo rispetto al farlo al chiuso. Un occasione particolare, un evento musicale, una gita fuori porta o una nottata in campeggio o una semplice serata in giro con gli amici, tutte situazioni in cui tendiamo a sentirci liberi. Ma cosa più importante non siamo in casa nostra, non ci sono pareti, non c'è un tetto ne un perimetro a delimitarci. Quando invece siamo in esterno, spesso siamo in un luogo che ci permette una discreta libertà di movimento, a volte kilometri.
Quando pensiamo di assumere uno psichedelico dentro casa nostra (e intendo proprio casa nostra, non di un amico, non un altro posto al chiuso che sarebbe comunque fuori da casa nostra), ecco che sopraggiungono dei forti dubbi sulla buona riuscita del viaggio. Pochi stimoli, conosciamo per filo e per segno ogni stanza, uscire a volte mette ansia per la possibilità di incontrare i vicini, altre volte abbiamo a disposizione un tempo limitato. Pensiamo di "prenderci male" perché siamo al chiuso senza la possibilità di fare chissà chè, lo paragoniamo subito al "fuori" e ci appare noioso.
Spesso un qualsiasi trip in esterno è piacevole e va a buon fine. Altrettanto spesso un trip dentro casa porta a situazioni diciamo meno allegre, se non disagianti alcune volte.
Analizzando le esperienze sono sicuro di questo: quando ci troviamo fuori casa, è soprattutto la nostra mente a non avere confini, il nostro stato d'animo è più libero e il viaggio non può che andare verso l'esterno, la nostra mente si proietta nello spazio libero, non ci sono pareti nella nostra testa.
Quando invece assumiamo uno psichedelico dentro casa nostra succede il contrario: il viaggio, il più delle volte, non può che andare verso l'interno.
Sia chiaro, non sto parlando di individui fortemente esperenziati, ne di assunzioni casalinghe abitudinarie (dove forse tutto il discorso vale al contrario), ma di normali saltuarie esperienze, prime volte in casa, et simili.
Quando ci ritroviamo nello stato psichedelico dentro casa nostra, cade la nostra convinzione di non avere abbastanza stimoli, riscopriamo cose comunissime e le vediamo sotto un altro aspetto, possiamo persino avere visual fortissime, ma permane l'idea di essere chiusi. Questo secondo me porta il viaggio verso l'interno, dentro di noi, perché quello è l'unico spazio abbastanza grande dove può scorrere. Ed ecco che molti avvertono il viaggio come soverchiante o si vedono messi di fronte ad emozioni o pensieri che percepiscono come disagianti, spesso si piange oppure le emozioni possono essere positive e ci si sente di aver affrontato un grosso peso o di aver scoperto nuove strade riguardo qualcosa che ci turba o ci da noia. Sia in positivo che in negativo possiamo vivere un viaggio interno che ci fa scoprire cose nuove di noi stessi. Credo si avverta il tutto come pesante e non piacevole perché a volte non si vuole o non si è pronti a quel tipo di viaggio, e la "costrizione" mentale di essere al chiuso non ci permette di distrarci più di tanto, come se ad allontanarsi troppo si sbatta sulla parete e si torni indietro verso l'interno.
Altrettanto vero che queste esperienze lasciano sempre un qualche tipo di insegnamento e riescono a cambiare la visione del "trip casalingo", dandogli un significato più rispettoso.
Che ne pensate? Le vostre esperienze possono combaciare con questa visione o per voi è completamente diverso?
A presto!
Le mie recenti esperienze, altre che avevo già letto, e l'ultima esperienza di un altro utente con i funghi, mi hanno portato ad avere una riflessione sulla direzione che un viaggio psichedelico può prendere. Le sostanze su cui posso argomentare sono LSD, 2CB, e anche senza averli mai provati, i funghi e la psilocina. Credo lo stesso discorso valga per tutti gli analoghi di queste sostanze.
Voglio prendere in esame un particolare aspetto che accompagna le esperienze: il set. Ho suddiviso in due categorie i possibili scenari, ovvero "dentro casa" e "in esterno".
Ora, sappiamo benissimo che assumere uno psichedelico dentro casa nostra o fuori casa faccia una grandissima differenza, ma sappiamo riconoscere i motivi e le possibilità che li portano su strade differenti?
Parlo per l'esperienze che ho avuto io, ma credo che alcune cose siano oggettive e, dove marcatamente o dove meno, sono sempre presenti in tutti gli individui quando si parla di psiche.
Quando assumiamo uno psichedelico all'esterno, fuori casa nostra, molto spesso è una modalità che preferiamo rispetto al farlo al chiuso. Un occasione particolare, un evento musicale, una gita fuori porta o una nottata in campeggio o una semplice serata in giro con gli amici, tutte situazioni in cui tendiamo a sentirci liberi. Ma cosa più importante non siamo in casa nostra, non ci sono pareti, non c'è un tetto ne un perimetro a delimitarci. Quando invece siamo in esterno, spesso siamo in un luogo che ci permette una discreta libertà di movimento, a volte kilometri.
Quando pensiamo di assumere uno psichedelico dentro casa nostra (e intendo proprio casa nostra, non di un amico, non un altro posto al chiuso che sarebbe comunque fuori da casa nostra), ecco che sopraggiungono dei forti dubbi sulla buona riuscita del viaggio. Pochi stimoli, conosciamo per filo e per segno ogni stanza, uscire a volte mette ansia per la possibilità di incontrare i vicini, altre volte abbiamo a disposizione un tempo limitato. Pensiamo di "prenderci male" perché siamo al chiuso senza la possibilità di fare chissà chè, lo paragoniamo subito al "fuori" e ci appare noioso.
Spesso un qualsiasi trip in esterno è piacevole e va a buon fine. Altrettanto spesso un trip dentro casa porta a situazioni diciamo meno allegre, se non disagianti alcune volte.
Analizzando le esperienze sono sicuro di questo: quando ci troviamo fuori casa, è soprattutto la nostra mente a non avere confini, il nostro stato d'animo è più libero e il viaggio non può che andare verso l'esterno, la nostra mente si proietta nello spazio libero, non ci sono pareti nella nostra testa.
Quando invece assumiamo uno psichedelico dentro casa nostra succede il contrario: il viaggio, il più delle volte, non può che andare verso l'interno.
Sia chiaro, non sto parlando di individui fortemente esperenziati, ne di assunzioni casalinghe abitudinarie (dove forse tutto il discorso vale al contrario), ma di normali saltuarie esperienze, prime volte in casa, et simili.
Quando ci ritroviamo nello stato psichedelico dentro casa nostra, cade la nostra convinzione di non avere abbastanza stimoli, riscopriamo cose comunissime e le vediamo sotto un altro aspetto, possiamo persino avere visual fortissime, ma permane l'idea di essere chiusi. Questo secondo me porta il viaggio verso l'interno, dentro di noi, perché quello è l'unico spazio abbastanza grande dove può scorrere. Ed ecco che molti avvertono il viaggio come soverchiante o si vedono messi di fronte ad emozioni o pensieri che percepiscono come disagianti, spesso si piange oppure le emozioni possono essere positive e ci si sente di aver affrontato un grosso peso o di aver scoperto nuove strade riguardo qualcosa che ci turba o ci da noia. Sia in positivo che in negativo possiamo vivere un viaggio interno che ci fa scoprire cose nuove di noi stessi. Credo si avverta il tutto come pesante e non piacevole perché a volte non si vuole o non si è pronti a quel tipo di viaggio, e la "costrizione" mentale di essere al chiuso non ci permette di distrarci più di tanto, come se ad allontanarsi troppo si sbatta sulla parete e si torni indietro verso l'interno.
Altrettanto vero che queste esperienze lasciano sempre un qualche tipo di insegnamento e riescono a cambiare la visione del "trip casalingo", dandogli un significato più rispettoso.
Che ne pensate? Le vostre esperienze possono combaciare con questa visione o per voi è completamente diverso?
A presto!