Ottima domanda! Il concetto di Gioco così come viene usato da Leary nel Manuale è uno di quelli che ho trovato più calzanti e che mi hanno fatto appassionare alla verità che si trova in quel libro.
Il primo bardo viene anche definito come l'Estasi del Non-Gioco, perché è pura contemplazione, è lo stato a cui auspicabilmente dovremmo sempre puntare durante un'esperienza.
Tuttavia dosi basse, set e setting non abbastanza curati (specialmente la preparazione del set) fanno sì che quasi nessuno possa sperimentare il primo bardo tanto presto. Solitamente il viaggiatore "cade" del Secondo Bardo o nel Terzo.
Puoi schematizzare così la differenza: il Primo Bardo è uno stato dominato soltanto dalla Chiara Luce Unitaria (ASSENZA DI GIOCO DUALE); il Secondo è lo stadio delle allucinazioni, in cui infinite visioni si susseguono in ciò che può essere definito Gioco del Due (la scissione continua e ricorsiva operata dall'Ego, che divide la sostanza in mille forme); il terzo bardo è come il secondo, ma le visioni sono più confuse e disperse (ancora maggiore divisione egoica) e l'ego è tornato ormai abbastanza potente da reclamare la sua identità. in quest'ultimo stadio si ha sempre coscienza di sé (oh, come sono fortunato/sfrortunato IO che sto assistendo a questo spettacolo meraviglioso/terribile).
Sono stadi progressivi del riottenimento di un'identità, non per niente il terzo bardo si chiama stadio del Rientro.
Il gioco per me va inteso in due sensi: la sua natura da una parte e la sua utilità dall'altra.
La sua natura, cioè l'origine, come ho detto è dovuta alla natura dell'ego che tenta di separare l'Uno per discernere. In questo modo l'ego "sbaglia" e si allontana dall'unità della Chiara Luce, ma, ci ricorda Leary, è ancora possibile imparare!
Vivendo il gioco, che per sua natura è la prima forma di apprendimento umano oltre che di molti animali. Questa è l'utilità.
Il secondo e terzo bardo con le loro innumerevoli manifestazioni ci insegnano "illuminazioni parziali" ma pur sempre molto significative.
L'argomento potrebbe essere trattato a lungo, ora ho scritto di fretta. Eventualmente poi mi spiego meglio se sono stato troppo conciso
