Una volta lo feci con una fila di peperoncini verdi, quelli semi-piccanti che da queste parti si chiamano
puparuolìlli d' 'o ciùmme pronunciato "puparulìll rociùmm" (peperoncini del fiume) detti cosi' perche vogliono terreno quanto piu' possibile umido, ma non allagato. Come in riva a un fiume dove filtrasse acqua dal basso.
Era il trentotto luglio, e faceva molto caldo...

No, sul serio, efa estate e anche annaffiando mattina e sera il terreno si asciugava a velocita' pazzesca. C'era l'impianto di irrigazione ma non valevacla pena metterlo in moto due volte al giorno per una sola fila di piante, anche perche' l'operazione era piuttosto complessa in quanto richiedeva il collegamento del trattore alla pompa meccanica del pozzo e la chiusura di tutti i manichetti tranne quello che serviva quell'unica fila di piante che voleva acqua tutti i giorni.
La soluzione:
Un secchio di plastica bello grosso, credo almeno 25 litri, forse piu (ex vernice)
Un buco sul lato del secchio, quanto piu' vicino al fondo.
Un tubo di "gomma", in realta' plastica, ma flessibile e relativamente morbido in modo da poterlo posizionare quanto piu' vicino possibile a ogni pianta, con tutte le curve e curvette necessarie. il diametro interno del tubo era credo mezzo centimetro o poco piu', forse 6 o 7mm... ma era quello che avevamo. Probabilmente un centimetro sarebbe andato meglio.
Il tubo fu infilato nel buco del secchio, fatto in modo che ci entrasse piuttosto stretto, per non gocciolare.
Il secchio andava messo su un qualcosa che lo tenesse in alto, in modo da potersi svuotare fino in fondo. Noi usammo due cassette di plastica di quelle per la verdura, capovolte e inpilate una sull'altra per un'altezza totale di circa 70cm o poco piu'
Quindi ci fu da posizionare il tubo in modo da passare vicino alle piante, e fare un piccolo buco nel tubo con un chiodo incandescente (un chiodino piccolo, eh! infatti andava tenuto con una pinza per non scottarsi.
Poi si metteva un po' d'acqua nel secchio e si lasciava scorrere finche' non cominciava a uscire dall' altra estremita' del tubo, segnalando quindi che il tubo era pieno d'acqua.
Una volta riempito il tubo, se ne tappo' l'estremita' usando un piccolo turacciolo ricavato da un pezzo di legno, e piegando l'estremita' del tubo su se' stessa, fissandola in posizione con un po' di spago e un nodo.
Riempiendo il secchio solo un po', si controllava che l'acqua uscisse da tutti i buchi, moooolto lentamente ma continuasse a uscire.
Riempiendo il secchio fino in cima l'acqua usciva piu' velocemente, rallentando progressivamente mano mano che il livello nel secchio diminuiva.
Per quello che bisognava controllare prima come scendeva con poca acqua nel secchio: per evitare che al diminuire della pressione smettesse di scendere prima da qualche buco e poi dagli altri. Alla fine e' inevitabile perche' dei buchi fatti con un chiodo non saranno mai tutti uguali, inoltre la pressione diminuisce ulteriormente verso l'estremita' del tubo, ma comunque basta che continuino a funzionare tutti insieme quanto piu' a lungo possibile, e poi riempire il secchio prima che arrivi al livello critico dove funziona solo qualcuno dei buchi (nel nostro caso verso gli ultimj quattro o cinque litri, ma si poteva arrivare anche piu' giu' prima che si asciugasse il terreno intorno alle piantine che smettevano per prime di ricevere acqua)
Ovviamente ci vogliono parecchie prove prima di arrivare ai buchi che funzionano tutti insieme fino (quasi) in fondo: si osserva quale smette di scorrere per primo, si allarga un po' il buco, ecc. ecc.
Il risultato ottimale e' un gocciolio continuo da ogni buco, prima abbastanza veloce, circa tre gocce al secondo, ma poi rallenta fino ad arrivare a meno di una goccia al secondo. Noi col nostro secchio a quella particolare altezza e con quel tubo, arrivammo a una goccia ogni quasi due secondi prima che alcuni buchi cominciassero a non gocciolare piu', ma ovviamente dipende da tanti fattori che non credo ci sia bisogno di elencare.
Il nostro secchio di 25 litri andava riempito circa ogni 36 ore, per una fila di forse 50 piantine che richiedevano molta acqua, quindi immagino che un sistema simile adattato per meno piante che richiedono meno acqua durerebbe delle settimane.
Se e' una pianta sola, specialmente in vaso, probabilmente si puo' semplicemente infilare l'estremita' del tubo nel terreno, senza tapparla e senza fare buchi nel tubo.
Inutile dire (ma lo dico lo stesso) che la durata dipende dalle dimensioni del secchio e da quanto sono grandi i buchi nel tubo (quindi quanto rapidamente gocciola), in rapporto al numero di piantine e quindi del numero di buchi chevsara' necessario praticare.
Piu' il tubo e' lungo e piu' i buchi verso l' estremita' tappata dovranno essere grandi rispetto ai primi (dal lato del secchio)
Inoltre, piu' il tubo e' lungo e piu' sara' difficile far gocciolare tutti i buchi in modo abbastanza uniforme, e piu' e' lungo il tubo e prima cominceranno gli ultimi buchi a smettere di gocciolare rispetto ai primi.
Conclusione: noi riuscimmo a fare un sistema per circa 50 piantine che funzionava abbastanza bene, ma ci volle un' intera mattinata di prove e modifiche. Probabilmente sarebbe meglio limitarsi a 20-25 piantine per impianto, mettendone piu' di uno se necessario.
Un'altra possibilita' per aumentare la capacita' e contemporaneamente facilitare il gocciolamrnto uniforme, potrebbe essere quella di usare due secchi alle due estremita' del tubo, invece di un solo secchio tappando l'altra estremita'
Insomma il sistema e' stato provato e funziona, ma si puo' ancora migliorare, e ognuno puo' adattarlo alle proprie necessita'.