Una parte di noi entra nell'ascensore mentre l'altra prende le scale.
Una volta entratoci mi accingo a premere il pulsante per il terzo piano ma noto con sorpresa che i numeri non hanno senso ed al loro posto ci sono delle strane scritte in giapponese.
Spingo il pulsante che credo porti al terzo e l'ascensore comincia a muoversi ma improvvisamente dopo qualche secondo comincia ad accellerare paurosamente verso l'alto fino a raggiungere una velocità esagerata e la forza di gravità, contravvenendo alle leggi della fisica, mi spinge verso l'alto fino a farmi toccare il soffitto con la testa.
Mi stupisco e penso: " cazzo, che sta succedendo ? Eppure non ho preso nessuna sostanza".
Guardando fuori dalla piccola vertrat dell'ascensore in velocità scorgo due piani in particolare i quali hanno un' insegna con il nome ed il successivo arredamento a tema: uno si chiama marijuana, mentre l'altro pornhub (

L'ascensore prosegue ancora per qualche secondo la sua corsa finché lo sento rallentare.
Comincia a galleggiare finché non si spacca lasciandoci galleggiare nello spazio di colore nero come la notte.
Appena sotto di me anche i miei genitori e mia nonna, che erano saliti nell'ascensore con me, galleggiano in questo straordinario paesaggio.
Mi guardo intorno e noto la presenza di diversi pianeti ma la cosa che attira fin da subito la mia attenzione è... la luna.
Essa ha un volto. Non riesco ad intendere fino in fondo se sia un volto maschile o femminile; so solo che mi guarda.
Ha uno sguardo che non so definire bene: un misto tra derisione e complicità, tra malizia e simpatia, un po' benevolo e un po' maligno.
Non dice niente, mi guarda e basta ma io percepisco dal suo sguardo, almeno in parte, ciò che vuole dirmi.
Mi dice qualcosa che ho interpretato, almeno superficialmente, così: "Ehi ciao, benvenuto. Questo è il mio mondo. È diverso da come te lo immaginavi, non è vero ? È molto meglio... sei intimorito, non è così ? Fai bene... ma guarda per un attimo fisso nei miei occhi e scorgerai la tua esistenza ed i tuoi ricordi più dolcemente malinconici...
Ha un atteggiamento di superiorità e mi guarda come un ragno guarda una mosca che è appena caduta nella sua enorme tela.
Poco dopo galleggiando mi poso in piedi, insieme ai miei parenti, sulla terra che è come un enorme palla di gomma e scambiamo due chiacchiere mentre ammiro il paesaggio.
Poco dopo perdo l'equilibrio e cado a faccia in giù dalla terra con una accelerazione pazzesca e vado sempre più incontro, nell'oscurità, a delle luci di una città in lontananza (un mondo intorno al mondo ?).
Subito penso: " cazzo, proprio ora dovevo cadere ? Vabbè già che ci sono mi godo la caduta libera..."
Senza volerlo però mi giro di schiena e rassegnato a non godermi la discesa aspetto l'impatto.
Tocco il suolo molto prima di quello che penso e mi ritrovo, sorpreso, su di un prato, sempre di notte.
Mi alzo e noto i miei e mia nonna parlare ed interagire come nulla fosse, totalmente traquilli, come lo sono stati per tutto il tempo e mio papà gioca lanciando un bastone ad un cane (il mio ?).
Cammino per il prato osservando queste scene avvolto dai ricordi più malinconici ma allo stesso tempo bellissimi della mia infanzia che la luna mi aveva fatto riaffiorare alla mente grazie al suo sguardo ancestrale.