diaframma che opprime e illuminazioni religiose

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SofficeKoala
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Iscritto il: gio nov 17, 2016 1:14 pm

diaframma che opprime e illuminazioni religiose

Messaggio da SofficeKoala » gio nov 17, 2016 6:08 pm

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^Autore | maxetti |
^Sostanza assunta |[[:molecole:lsd|LSD]] |
^Via di somministrazione | orale |
^Quantità | 150mcg |
^[[Link al topic|QUI IL LINK AL TOPIC]] ^^

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~~NOTOC~~

oggi ho deciso di riportare un'esperienza passata, del 5 novembre, che si è rivelata probabilmente la più intensa tra le poche da me vissute fin'ora.
il 5 novembre è stato per me e il mio compagno di avventure un giorno estremamente atteso, infatti avevamo programmato una trasferta a torino per dirigerci a un festival musicale farcito di artisti che, pur conosciuti da poco, si sono rivelati in grado di farci provare grandi emozioni e, curiosamente, molto simili per entrambi.
i progetti erano di fare un'esperienza lisergica di base, arricchita con un po di MD per evitare eccessi di stanchezza, considerando che l'avventura comunque ci ha portato a un'odissea di quasi 24ore.
nonostante qualche dubbio nel giorno precedente sul dosaggio da prendere, alla fine abbiamo optato per 150mcg di un LSD veramente pura, che già avevamo provato precedentemente in dosaggi di 100 e 200 mcg; ci siamo poi portati dietro un 0.5 abbondante di cristalli che pensavamo di berci in bottiglietta dopo una certa ora, quando magari il desiderio di saltare avrebbe superato quello della ricerca introspettiva e mistica. in effetti la line up prevedeva come primo artista un progetto davvero suggestivo composto da un musicista occidentale, un cantante israeliano e un'orchestra indiana, il che ci faceva propendere per la sola lisergia, almeno all'inizio.
fatte queste premesse inizio il racconto.
il risveglio è dei migliori, siamo eccitati come dei fanciulli al pensiero delle caramelle. rivediamo per un'ultima volta il nostro iter, mangiamo abbondantemente, un paio di cannette innocenti e pronti in stazione a prendere il treno.
il viaggio è lungo e noioso, ci aspettano 4 ore con la simpatica trenitalia, ma il pensiero dell'immediato futuro ci rasserena davvero parecchio.
un'ora di cambio a milano: decidiamo di uscire per una cannetta fugace (non senza paranoie sbirri :chitarra: ), tanto per ammazzare il tempo.
velocemente ci ritroviamo a torino e sono le 19. decido che è il momento migliore per prendere la nostra amata dietilammide, ancora prima di scendere dal treno per l'ultimo cambio veloce che ci avrebbe portato poi al lingotto.
pochi minuti dopo usciamo dalla stazione. diluvia. non abbiamo uno straccio di ombrello e ci aspetta comunque una camminata di quasi 3 km. sconsolati, iniziamo a passo rapidissimo a dirigerci verso la fiera, dove poco dopo avrebbero aperto i cancelli; non vedevamo l'ora di trovarci sotto il palco.
arrivati ai cancelli ci troviamo sotto la pioggia in fila ad aspettare, c'è una sorta di tenda che ripara i "bodyguards", sotto alla quale tutti noi aspettanti aspiravamo ripararci. supplico uno dei vigilantes perchè ci consenta di ripararci, pozzanghere ovunque, piedi bagnati e molto freddo, ci lascia avvicinare.
sono le 20 ormai e inizio a sentire i primi effetti: la familiare sensazione di brivido caldo mi pervade il torace a partire dallo stomaco, il cuore è eccitato e sento quella strana sensazione di vuotezza mista a brividini nella nuca, proprio nella zona occipitale. i colori si accendono, inizio a sentirmi euforico e positivo.
uno dei vigilantes pare essere un po' stressato dalle nottate passate li al freddo a controllare la gente, inizia a intimarci di indietreggiare; si instaura un battibecco con un ragazzo della fila che lo critica per la sua insensibilità e rigidità.
mi ritrovo immediatamente a riflettere sul battibecco e subito mi appare chiaro che entrambi hanno una fetta di torto, mi appare così lampante l'inutilità della discussione e l'errato modo di approcciarsi l'un l'altro; entrambi hanno ragione e torto allo stesso tempo. capisco subito che se fossi stato sobrio avrei pensato che il ragazzo, con cui chiaramente mi identificavo, avesse decisamente ragione; capisco perfettamente che l'acido, invece, mi porta a comprendere le ragioni che rendono il vigilante così scorbutico e fiscale. i pensieri scorrono veloci dentro di me, mi sento incredibilmente empatico.
la discussione finisce e il vigilante rivolto verso di me mi intima di indietreggiare, ma vedendo che così finisco in una pozza si dimostra clemente e mi lascia dove sono; subito mi interrogo su questa cosa, com'è possibile che lui, che poco prima si era dimostrato cosi nervoso, mi capisca? sembra quasi che abbia colto la mia comprensione.
mi sento in equilibrio con lui e tutti gli altri attorno a me, gioisco di questo, è davvero una sensazione stupenda.
stiamo per entrare e chiedo al mio socio se lui abbia sentito qualcosa già: risposta negativa. probabilmente la merenda in treno ha rallentato quel tanto che basta il suo assorbimento.
bene è ora di entrare, estraggo il mio telefono dove avevo salvato il biglietto e faccio per esibirlo. la luce del telefono mi acceca, non riesco a leggere bene, ogni riga inizia a ballare come se avesse vita propria; niente di nuovo comunque, non mi stupisco.
entriamo nel grande capannone, ancora deserto, solo poche persone sono arrivate presto come noi.
fa molto freddo e l'acido inizia a prendere possesso di me, sono impaziente al pensiero che in poche ore avrò davanti gli artisti che tanto apprezzo ma il tempo, come di consueto, è fermo. il mio socio inizia a sentire gli effetti ma è più tranquillo di me, propone una cannetta ma lo scoraggio ricordandogli le grosse difficoltà che ci sono nella fase del rollaggio.
guardandomi attorno, ogni esemplare femminile mi appare malvagio: mi pare di essere circondato da streghe, con lineamenti incredibilmente marcati, facce cupe, grandi nasi, occhiaie nere, sguardi intensamente cattivi. inizia a insinuarsi in me un pensiero negativo. è la prima volta che mi capita di trovarmi intimorito dall'LSD.
mano a mano che il tempo passa e a me sembra non passare mi faccio sempre più piccolo, quell'animo baldanzoso che mi aveva cullato nei giorni e nelle ore precedenti è solo un ricordo sbiadito.
inizio a biasimarmi per aver scelto di andare li, per aver investito i pochi soldi che ho in questa avventura, non riesco a capire come, ma il mio desiderio di musica ed emozioni è sparito, l'unica cosa che desidero è la realtà a cui sono abituato, le classiche percezioni filtrate di ogni giorno. inizio a chiedermi quando finirà ma l'orologio segna sempre la stessa ora. cerco conforto chiamando un amico di infanzia, non riesco a descrivergli il mio livello di stona, ma sembra che mi capisca e che mi invidi: per la prima volta dopo secoli, così mi pare almeno, mi torna un sorriso, un barlume di speranza.
nel frattempo il capanno inizia a riempirsi, ma la gente è ancora poca. io e il mio socio discutiamo, ci confrontiamo, lui cerca di incoraggiarmi dicendomi che in ogni esperienza precedente ha avuto momenti di scompenso, di dubbio, in cui tutto gli è sembrato in discussione e il timore aveva iniziato a sopravvenirgli. le sue parole tuttavia mi confortano relativamente.
nonostante tutto, però, mi rendo conto che in realtà sto bene, non c'è nulla che non va in me nonostante i continui brividi in tutta la schiena e l'addome: li trovo davvero fastidiosi, vorrei che finissero, vorrei togliermi i calzini umidi e le scarpe bagnate, ma mi rendo conto che non potrà accadere fino almeno alle 10 del mattino seguente. lo sconforto mi abbraccia come un demone incappucciato. sembra non avere intenzione di lasciarmi. il tempo è fermo, è passata poco meno di un'ora ma a me sembra di essere lì da una vita.
all'improvviso il palco si accende, si appresta a suonare un giovane artista che non conoscevo. lunghe treccine e carnagione mulatta. la sua musica non mi piace ma mi da conforto, le sensazioni precedenti iniziano ad allontarsi, sembrano un ricordo distante. presente, nitido, ma distante.
mi rallegro, penso che manca poco alla tanto agnognata musica di JUNUN; non vedo l'ora che il giovane musicista se ne vada.
al cambio di artisti decidiamo di andare a prendere una boccata d'aria: ha smesso di piovere e c'è molta gente. uno sguardo ai palazzi attorno a me: si muovono tutti coralmente, sembra che respirino insieme, in equilibrio, proprio come ho letto riportato in un'esperienza di un'altra persona. mi appare tutto cosi familiare e mi sento a mio agio, anche se percepisco che l'acido è all'apice del suo lavoro :)
rientriamo e ci sistemiamo abbastanza in avanti, pronti a succhiare qualsiasi tipo di emozione che sarebbe scaturita dal palco.
entrano loro. è quasi irreale vedere cosi tanti indiani tutti bardati con turbanti dai colori sgargianti, su tutti spicca l'azzurro di uno dei protagonisti, cantante ma anche percussore con delle specie di nocchette di legno. i colori sono vivissimi ma non ho alcun tipo di distorsione. come per magia mi sembra essere passata tutta d'un colpo la stona dell'acido. lo dico con gioia al mio socio.
inizia il concerto. la mia attenzione è attratta dalla chioma fluente del cantante israeliano. mi sembra di conoscerlo da una vita, così familiare, la sua voce fa parte di me, non riesco a togliergli gli occhi di dosso. dietro mi appare quasi timidamente nascosto il chitarrista occidentale (dei radiohead) ma percepisco perfettamente la sua presenza, si vede poco ma è palesemente imprescindibile.
le percussioni tribali mi cullano, le melodie mi portano a un livello di estasi quasi catartica. sono incredibilmente felice e a mio agio ma allo stesso tempo incredulo: sono davvero lì o è un sogno? tutto ciò è vero?
i suoni mi appaiono chiaramente distinti, chiudo gli occhi e li posso vedere. il flauto del cantante chiomato disegna scie di colori caldi, viola e rosso intenso, mi scivolano davanti. riaprendo gli occhi mi trovo una visione incredibilmente nitida, pura percezione dei sensi, evidenti sinestesie: sembra quasi che tutti i sensi si siano fusi assieme, rimandendo pur sempre perfettamente distinguibili.
non mi viene da pensare ma mi appare tutto logico.
forse la fase negativa di prima è stata provocata dal freddo e intestificata da un subsconscio che voleva mettermi davanti l'enorme differenza che ci può essere nei sentimenti e nelle emozioni umane? voleva farmi capire l'enorme fortuna che avevo ad essere li, risaltandola con un contrasto negativo-positivo così intenso?
guardandomi attorno vedo persone che mi sembrano c'entrare ben poco con la situazione, persone adulte e anziane che sembrano godersi lo spettacolo in maniera superficiale, ma questo non mi disturba; capisco perfettamente tutto, mi sembra di conoscere tutti, mi sembra tutto al posto giusto.
saltello con gioia al suono delle mie melodie preferite, mi sembra quasi di partecipare a un rito religioso. mi affascina moltissimo vedere come culture così differenti si siano unite in un progetto perfetto in ogni dettaglio, capace di coinvolgermi in maniera così intensa fin nel profondo del mio spirito.
mi sembra di riflettere senza riflettere, ho intuizioni e deduzioni illuminanti su pensieri sbagliati che avevo in passato, mi sembrano assurdi. mi sento cittadino del mondo, parte integrante del pianeta terra, in equilibrio con ogni cellula di questo posto speciale. amo tutti, mi sento armonioso.
a ogni pausa tra una canzone e l'altra, come se ci fosse un interruttore, mi si accendono distorsioni visive fortissime e per incanto all'inizio della musica spariscono. percepisco l'enorme potere della musica. è un simbolo unico che può unire le persone.
il concerto scorre piacevole e ogni millesimo di secondo risveglia delle emozioni.
una volta finito mi ritrovo nel mondo lisergico, mi passa di fianco una ragazza che percepisco avere un fascino irresistibile, ma non so come io possa percepirlo, mi sembra quasi un controsenso perchè in volto era una strega dai lineamenti grossolani e scuri, quasi di carnagione grigia.
decidiamo di uscire a prendere aria e svuotare le vesciche, indecisi però se fumare una canna o meno, scoraggiati dalle sicure difficoltà che avremmo incontrato nella produzione. il discorso resta in sospeso e entriamo nel wc chimico.
mentre soddisfo i miei bisogni naturali guardando la tazza e tutto lo sporco indicibile che la attorniava, ho come la sensazione che questa sia piena, intasata e che tutto il contenuto di natura liquida stia uscendo, piovendo addosso alle mie scarpe. come di scatto esco, fuggendo da quel posto maleodorante, non riuscendo a capire se quello che avevo visto fosse vero o meno.
alcune persone non capiscono il motivo della mia brusca fuga, sconsiglio loro di entrare e mi allontano a raccontare la curiosa e orripilante sensazione al mio socio. mi consola dicendomi che sarà stato tutto frutto dell'acido. gli credo.
mi guardo attorno e ogni cosa continua a respirare. due altissime torri sono li vicino e io non riesco a vederle. sembrano delle nubi di fumo estremamente sfuocate e in movimento, quasi come se fossero disegnate.
sento ogni singola voce delle centinaia di persone attorno a me, chiare e forti, mi sembra di essere xavier nella macchina per trovare gli xmen. anche qui, niente di nuovo.
rientriamo e decidiamo di tentare di rollare una canna. ci sediamo in un angolo e il mio socio prova. come previsto si rivela un'impresa estremamente ardua. ogni singolo procedimento è messo in discussione, la mista pare pochissima, inconsistente; la fase di chiusura come sempre lo inganna e sembra che la canna non si sia chiusa ma io vedo benissimo che il processo è andato a buon fine, nonostante questo non riesco a farglielo capire e decide di rifarla :crybaby: :asd:
alla fine la canna è pronta e noi nel pieno dello sballo ci alziamo, sta per iniziare a suonare in un palco completamente diverso (ma sempre lo stesso ovviamente) un dj che conoscevamo relativamente e che non aveva suscitato grande attesa in noi; in effetti volevamo andare nell'altra sala per l'altro artista, ma scoraggiati dalla fila e ottimisti per lo spettacolo che ci aspettava ritorniamo li, sempre in posizione avanzata. c'è molta gente.
fumiamo la canna con fare estremamente sospettoso, perchè mi sentivo incredibilmente pieno di paranoie, visto che poco prima avevo visto diversi omini far buttare sigarette a dei ragazzi.
la canna ha il solito strano sapore insapore, il mio socio lo definisce metallico; non la sento minimamente in gola, ma in testa sì, è come se risvegliasse l'acido ad ogni respiro.
la musica è indescrivibile.
percepisco i suoni bassi e profondi come se fossero materiali, densi e corposi, come se mi investissero fisicamente. li posso toccare e vedere.
nel palco dj shadow suona davanti a degli schermi che proiettano dei visual pazzeschi: frattali, immagini spaziali, colori accesi, intensi, animali.
"è musica concepita per la droga" penso. decidiamo di bere un po di MD. incontro enormi difficoltà, quasi insormontabili, nello svuotare la bustina nella bottiglia. mi ci vogliono due tentativi infatti, nel primo desisto :asd: :mrgreen: e nel secondo la butto interamente nella bottiglia (poi la tirerò fuori aspettando un po e sperando che i cristalli si sciogliessero)
da qui cambia totalmente l'esperienza, che si tramuta in minuti indimenticabili.
ho l'impressione che l'MD salga subito, sento il classico fuoco interno e il cuore in visibilio, brividi intensi ed opprimenti lungo tutta la schiena. la musica continua imperterrita, è come un muro di suoni che si abbatte contro di noi, sento tremare tutto, il pavimento e le persone attorno a me; qualcosa di indescrivibile a parole mi balena in testa.
mi pare quasi che il diaframma voglia inglobare i miei visceri, percepisco grosse contrazioni interne al ritmo della musica. all'inizio interpreto la cosa come un segnale della fame, visto che non mangiavo da diverse ore (ma l'idea di mangiare era decisamente l'ultimo dei miei pensieri), ma il mio socio mi dice che anche per lui è lo stesso.
erano i suoni!
più passava il tempo e più mi sentivo schiacciato dalla musica. fermo immobile faticavo a respirare come se fossi piombato in un'altra dimensione con tutt'altra forza di gravità.
anche solo pensare mi risultava estremamente faticoso.
i visual mi tenevano incollato e quell'uomo paffuto li davanti mi sembrava un dio, capace di soggiogarmi a suo piacimento col potere della sua musica.
tutte le sensazioni spirituali provate prima erano state soppiantate da incredibili emozioni fisiche, tangibili.
a un certo un punto un suono incredibilmente acido, acuto irrompe in una base di suoni essenzialmente bassi e cupi. lo vedo benissimo, è come una lama che mi taglia internamente dal basso verso l'altro nel profondo del mio inconscio; contemporaneamente viene proiettata un'immagine di un ragno: provo per una frazione di secondo una profonda inquietitudine ma non è ben defiinita, come se fosse nascosta dentro di me. apparentemente mi sembra di stare bene, ma in realtà lo sconforto è lì nascosto nel profondo, ma dura poco.
il tempo come al solito è fermo, il mio socio per la prima volta in questa esperienza mi appare in difficoltà, mi chiede di spostarci più indietro, non riesce a sostenere l'impatto fisico del muro di suoni che ci investiva; decido di supportarlo, ma non è una vera decisione è un qualcosa di naturale che mi porta a seguirlo, nonostante volessi rimanere li a sopportare quelle difficili emozioni, tangibili, nella loro unicità.
facciamo qualche passo indietro e mi ritrovo circondato da due ragazze, anche abbastanza attraenti che sembrano desiderose di ballare. è l'ultimo dei miei pensieri, anzi penultimo, appena prima del mangiare :P
ma la loro presenza mi rasserena e mi sento di nuovo equilibrato. mi fermo in quella zona. per la prima volta da quando shadow ha iniziato a suonare riesco ad abbozzare qualche movimento.
mi giro dopo poco e il mio socio è sparito. decido di girovagare un po' ma scoraggiato mi dirigo verso il fondo del capannone. con un sms gli comunico la mia posizione. dopo poco lo vedo davanti a me. gli corro incontro. ci abbracciamo. stiamo bene. li è rimasto un pezzetto della nostra anima, nello scrigno di shadow, che abbiamo battezzato "dj universo".
da li la serata si è evoluta in "normalità" con tanti salti armoniosi spinti dall'MD che ormai aveva preso il sopravvento, ballando qua e là con belle donzelle.
ora non voglio tediarvi perchè la parte singolare dell'esperienza l'ho riportata e il resto è, a mio avviso e sulla base delle mie esperienze, più comune.
il viaggio di ritorno si è rivelato estremamente spossante e difficoltoso, incredibili difficoltà nel trovare il giusto biglietto del treno :cry:
arrivati a casa eravamo freschissimi, mi sentivo normale e in effetti non abbiamo destato il minimo sospetto sui membri della famiglia :ninja:
dopo il riposino di qualche ora mi risveglio come se avessi combattuto una guerra. stanchezza profusa per un paio di giorni. ma direi che non c'è da lamentarsi :lode:


spero di non avervi tediato o essere stato troppo prolisso, è il mio primo racconto e di sicuro l'ho trovato estremamente costruttivo.
mettermi a scrivere mi ha risvegliato ricordi e addirittura tirato fuori alcune riflessioni vissute ma non espresse e a cui non avevo pensato! stupendo
pace :lode:


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Abeja G.
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diaframma che opprime e illuminazioni religiose

Messaggio da Abeja G. » sab nov 26, 2016 12:58 am

mi è piaciuta!
:chitarra:
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Sem
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Iscritto il: mer set 14, 2016 11:51 am

diaframma che opprime e illuminazioni religiose

Messaggio da Sem » mar nov 29, 2016 9:18 pm

la musica continua imperterrita, è come un muro di suoni che si abbatte contro di noi, sento tremare tutto, il pavimento e le persone attorno a me; qualcosa di indescrivibile a parole mi balena in testa.
mi pare quasi che il diaframma voglia inglobare i miei visceri, percepisco grosse contrazioni interne al ritmo della musica. all'inizio interpreto la cosa come un segnale della fame, visto che non mangiavo da diverse ore (ma l'idea di mangiare era decisamente l'ultimo dei miei pensieri), ma il mio socio mi dice che anche per lui è lo stesso.
erano i suoni!
più passava il tempo e più mi sentivo schiacciato dalla musica. fermo immobile faticavo a respirare come se fossi piombato in un'altra dimensione con tutt'altra forza di gravità.
anche solo pensare mi risultava estremamente faticoso.
i visual mi tenevano incollato e quell'uomo paffuto li davanti mi sembrava un dio, capace di soggiogarmi a suo piacimento col potere della sua musica.
tutte le sensazioni spirituali provate prima erano state soppiantate da incredibili emozioni fisiche, tangibili.
a un certo un punto un suono incredibilmente acido, acuto irrompe in una base di suoni essenzialmente bassi e cupi. lo vedo benissimo, è come una lama che mi taglia internamente dal basso verso l'altro nel profondo del mio inconscio; contemporaneamente viene proiettata un'immagine di un ragno: provo per una frazione di secondo una profonda inquietitudine ma non è ben defiinita, come se fosse nascosta dentro di me. apparentemente mi sembra di stare bene, ma in realtà lo sconforto è lì nascosto nel profondo, ma dura poco.
Bello vedere come cambia la situazione ;)
Finchè giudichi non sarai mai libero

"La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe.
Ciascuno ne prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine,
credette di possedere l'intera verità."
Mevlana Rumi, Sec. XIII

lisergica_mente
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Iscritto il: dom nov 27, 2016 10:58 am

diaframma che opprime e illuminazioni religiose

Messaggio da lisergica_mente » mer nov 30, 2016 1:00 pm

Sem ha scritto:
la musica continua imperterrita, è come un muro di suoni che si abbatte contro di noi, sento tremare tutto, il pavimento e le persone attorno a me; qualcosa di indescrivibile a parole mi balena in testa.
mi pare quasi che il diaframma voglia inglobare i miei visceri, percepisco grosse contrazioni interne al ritmo della musica. all'inizio interpreto la cosa come un segnale della fame, visto che non mangiavo da diverse ore (ma l'idea di mangiare era decisamente l'ultimo dei miei pensieri), ma il mio socio mi dice che anche per lui è lo stesso.
erano i suoni!
più passava il tempo e più mi sentivo schiacciato dalla musica. fermo immobile faticavo a respirare come se fossi piombato in un'altra dimensione con tutt'altra forza di gravità.
anche solo pensare mi risultava estremamente faticoso.
i visual mi tenevano incollato e quell'uomo paffuto li davanti mi sembrava un dio, capace di soggiogarmi a suo piacimento col potere della sua musica.
tutte le sensazioni spirituali provate prima erano state soppiantate da incredibili emozioni fisiche, tangibili.
a un certo un punto un suono incredibilmente acido, acuto irrompe in una base di suoni essenzialmente bassi e cupi. lo vedo benissimo, è come una lama che mi taglia internamente dal basso verso l'altro nel profondo del mio inconscio; contemporaneamente viene proiettata un'immagine di un ragno: provo per una frazione di secondo una profonda inquietitudine ma non è ben defiinita, come se fosse nascosta dentro di me. apparentemente mi sembra di stare bene, ma in realtà lo sconforto è lì nascosto nel profondo, ma dura poco.
Bello vedere come cambia la situazione ;)

decisamente affascinante la mutevolezza della propria realtà interna durante un viaggio... ti fa capire come è inutile ricercare certezze solide nella vita perchè può rivelarsi un processo vano e futile che ti mette in difficoltà nella quotidianità, in quanto le certezze sono qualcosa di astratto e non qualcosa di ricercabile! passando attraverso queste sensazioni ho capito come sia importante vivere la vita con più consapevolezza di me stesso senza cercare appoggio in fattori esterni, apprezzando la realtà con tutte le sue mille sfaccettature, accettando che questa è assolutamente variabile e di conseguenza capendo che la miglior cosa è affrontare gli avvenimenti che ti capitano ricercando il risvolto positivo che sicuramente ci sarà! bisogna vestire le lenti dell'ottimismo :D :ninja: :lode:

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