L'oggettività del linguaggio

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ShusHaze
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L'oggettività del linguaggio

Messaggio da ShusHaze » ven mar 10, 2017 7:50 pm

Vi riporto una cosa a cui penso spesso che avevo intenzione di condividere con voi da tempo.
Mi sono soffermato talvolta sulla funzione che il linguaggio svolge nella società odierna, ma che alla fine ha sempre avuto, dalla sua nascita.
Il linguaggio nasce con il bisogno di comunicare fra individui in ere molto lontane, forse nella preistoria, o forse potremmo dire che c'è sempre stato fin dalla nascita delle specie comunicanti.
In pratica un individuo riusciva ad esprimere una sorta di messaggio tramite un suono, un gesto, poi la cosa si è evoluta fino al giorno d'oggi dove troviamo molte lingue, tra cui quelle parlate, quelle gestuali etc.

Ciò su cui mi voglio soffermare e su cui spero che anche voi facciate una riflessione è la mancanza di totale empatia, la freddezza, l'oggettività del nostro mezzo di comunicazione.
Mi spiego: quando voglio esprimere una mia sensazione, della quale io e io soltanto riesco a comprendere le sfumature più profonde, l'intensità etc, la spiego in un modo che non ricalca a perfezione l'essenza stessa della sensazione perchè cerco di descriverla tramite nomi, verbi, aggettivi creati in precedenza per far in modo che la persona che percepisce il mio messaggio possa in qualche modo avvicinarsi al significato che io voglio attribuire a tale sensazione.

Ad esempio, se io dico a Tizio "L'amore è una sensazione stupefacente", Tizio potrà avvicinarsi a ciò che io percepisco, secondo il suo stato d'animo di quel momento, ma soprattutto secondo cosa lui SA o almeno crede di sapere dell'amore. Se per Tizio l'amore fosse tortura psicologica e per me fosse qualcosa di completamente diverso, lui non arriverebbe mai a capirmi definitivamente, ma crederebbe che io stia subendo una tortura psicologica (questo è un esempio estremo, ma provate ad applicare questo pensiero alla vita di tutti i giorni).

Esempi molto palesi sono presenti anche in questo forum, nella sezione esperienze.
Voi, leggendo l'esperienza di Ciccio, non potrete mai capire cosa lui ha provato veramente, perchè semplicemente non l'avete provato voi e perchè non esiste un linguaggio capace di avvicinarsi alla perfezione di ciò che è accaduto nella testa di Ciccio durante la sua esperienza.

Tutto questo mi dà una strana sensazione di semi-solitudine e spero che arrivi anche a voi (in questo modo avrete capito cosa ho cercato di spiegare :asd: ). Probabilmente è un'idea scaturita dalla purtroppo-per-certi-versi-presente-parte perfezionista del mio cervello, forse no, in ogni caso ditemi cosa ne pensate.


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~Møgørøs•
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Re: L'oggettività del linguaggio

Messaggio da ~Møgørøs• » ven mar 10, 2017 9:13 pm

La lingua non ci permette di esprimere appieno un concetto, il cui archetipo è perfettamente visualizzato nella nostra mente... Forse con il linguaggio del corpo (biomagneticamente parlando) si sviluppa una sorta di telepatia.

Ho avusto esperienze di telepatia in Hbwr, funghi e cactus, e in tutte lo sguardo era il punto focale con il quale si comunicano sensazioni più o meno profonde.
•~•~•

ShusHaze
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Re: L'oggettività del linguaggio

Messaggio da ShusHaze » ven mar 10, 2017 9:36 pm

Molto interessante la cosa dello sguardo come punto focale.
Un mio amico una volta mi ha parlato di una tipologia di arte dove si esprimevano delle emozioni facendo una specie di video dove si emettevano suoni, sguardi e smorfie. Il nome mi sfugge...

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Inìgo
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Re: L'oggettività del linguaggio

Messaggio da Inìgo » sab mar 11, 2017 1:36 pm

E' una bella riflessione, un concetto su cui molti poeti e filosofi hanno scritto e scriveranno ancora sicuramente in futuro. In fondo è il destino di ogni essere umano, la condizione esistenziale per eccellenza, il completo isolamento di ognuno di noi all'interno della propria mente. Possiamo sforzarci in tutti i modi di comunicare un concetto, ma potremo avvicinarci solo una minima parte alla vera essenza di esso.
Fai una ricerca del termine "qualia" su google. E' un concetto con il quale psicologi e neuroscienziati fanno riferimento alla sostanza base di ogni nostra esperienza, quelle caratteristiche che esistono solo nella nostra coscienza e per definizione non possono essere comunicate ( l'esempio più classico sono i colori, come potresti spiegare il rosso ad cieco? oppure come puoi essere sicuro che il rosso che tu vedi sia lo stesso che vedo io?).
Non è comunque un concetto nuovo, già nell'antica Grecia un filosofo aveva attribuito all'Essere l'incomunicabilità come caratteristica fondamentale. E avvicinandoci ai giorni nostri basta pensare al Noumeno di Kant.

Per quanto riguarda la telepatia sinceramente non ho opinioni a riguardo, ma proprio qualche giorno fa fantasticavo sulla possibilità di unire la propria coscienza con quella di un altro essere umano. Sarebbe un'esperienza intima e meravigliosa oltre ogni limite, e in qualche modo credo sia nella natura dell'uomo cercare la "fusione" con l'altro (sopratutto attraverso l'amore).
Per ora però credo non sia ancora totalmente possibile, in futuro chissà...

Sem
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Re: L'oggettività del linguaggio

Messaggio da Sem » dom mar 12, 2017 12:24 pm

Tutto questo mi dà una strana sensazione di semi-solitudine e spero che arrivi anche a voi (in questo modo avrete capito cosa ho cercato di spiegare :asd: )
Capisco cosa vuoi dire, ci sono passato anch'io come molti altri.
Il linguaggio ovviamente ha i suoi limiti e dietro le parole ci possiamo nascondere e con esse possiamo mentire ma penso che la vera comunicazione va oltre la lingua parlata ed avviene in parallelo anche su altri piani.
Prova a pensare quando parli con qualcuno cosa succede, il tono di voce, le cadenze, tutte le emozioni e stati d'animo che imprimiano inconsciamente nel suono, gli sguardi, le posture e tutto il linguaggio del corpo, le intenzioni che traspaiono e tutte quelle sottili sensazioni che sorgono in noi nel mentre.
Bisogna imparare ad ascoltare e a comunicare.
Empatia e telepatia sono possibili quando siamo aperti e ci sentiamo connessi con il resto invece di sentirci rinchiusi nella nostra mente come in una gabbia. È come se ci potessimo riconoscere negli altri :mrgreen:
Finchè giudichi non sarai mai libero

"La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe.
Ciascuno ne prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine,
credette di possedere l'intera verità."
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stream
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Re: L'oggettività del linguaggio

Messaggio da stream » dom mar 12, 2017 12:44 pm

Sem ha scritto:
dom mar 12, 2017 12:24 pm
Tutto questo mi dà una strana sensazione di semi-solitudine e spero che arrivi anche a voi (in questo modo avrete capito cosa ho cercato di spiegare :asd: )
Capisco cosa vuoi dire, ci sono passato anch'io come molti altri.
Il linguaggio ovviamente ha i suoi limiti e dietro le parole ci possiamo nascondere e con esse possiamo mentire ma penso che la vera comunicazione va oltre la lingua parlata ed avviene in parallelo anche su altri piani.
Prova a pensare quando parli con qualcuno cosa succede, il tono di voce, le cadenze, tutte le emozioni e stati d'animo che imprimiano inconsciamente nel suono, gli sguardi, le posture e tutto il linguaggio del corpo, le intenzioni che traspaiono e tutte quelle sottili sensazioni che sorgono in noi nel mentre.
Bisogna imparare ad ascoltare e a comunicare.
Empatia e telepatia sono possibili quando siamo aperti e ci sentiamo connessi con il resto invece di sentirci rinchiusi nella nostra mente come in una gabbia. È come se ci potessimo riconoscere negli altri :mrgreen:
Hai detto tutto ;)

Il linguaggio ovviamente non è così efficiente come si tende a credere, ma se si è bravi a comunicare ed ascoltare si può esprimere e capire molto.

Poi sicuramente per rendere la comunicazione più efficace bisogna che le persone interessate si frequentino per entrare un po' più in sintonia: due amici di lunga data si capiranno tra di loro sempre meglio che due estranei.

Ma purtroppo quante persone al giorno d'oggi s'impegnano nell'ascoltare? Ben poche.. Ragion per cui il linguaggio diventa in alcuni casi anche deleterio, causa i facili ed infiniti fraintendimenti di cui neanche ci accorgiamo.

Faccio anche notare ad esempio come il linguaggio sia inutile e anzi deleterio quando c'è un conflitto tra due persone: quelle due persone continueranno a litigare e parlare a vanvera senza ascoltarsi e capirsi l'un l'altro finchè non ci si sforza di comprendere e si supera internamente il conflitto. Solo allora torneranno a capirsi, senza la necessità che cambino il modo di parlare e strutturare i discorsi. Perchè non crediamo a ciò che vediamo e sentiamo ma piuttosto sentiamo e vediamo ciò che crediamo. Siamo noi a creare la nostra realtà, ma per comprendere bisogna far crollare tutti i castelli in aria che ci costruiamo in testa.

E' una cosa su cui avremmo molto da lavorare.
Venturer

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Viperetta
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Re: L'oggettività del linguaggio

Messaggio da Viperetta » lun mar 13, 2017 3:05 pm

Vnx ha scritto:
dom mar 12, 2017 12:44 pm
Sem ha scritto:
dom mar 12, 2017 12:24 pm
Tutto questo mi dà una strana sensazione di semi-solitudine e spero che arrivi anche a voi (in questo modo avrete capito cosa ho cercato di spiegare :asd: )
Capisco cosa vuoi dire, ci sono passato anch'io come molti altri.
Il linguaggio ovviamente ha i suoi limiti e dietro le parole ci possiamo nascondere e con esse possiamo mentire ma penso che la vera comunicazione va oltre la lingua parlata ed avviene in parallelo anche su altri piani.
Prova a pensare quando parli con qualcuno cosa succede, il tono di voce, le cadenze, tutte le emozioni e stati d'animo che imprimiano inconsciamente nel suono, gli sguardi, le posture e tutto il linguaggio del corpo, le intenzioni che traspaiono e tutte quelle sottili sensazioni che sorgono in noi nel mentre.
Bisogna imparare ad ascoltare e a comunicare.
Empatia e telepatia sono possibili quando siamo aperti e ci sentiamo connessi con il resto invece di sentirci rinchiusi nella nostra mente come in una gabbia. È come se ci potessimo riconoscere negli altri :mrgreen:
Hai detto tutto ;)

Il linguaggio ovviamente non è così efficiente come si tende a credere, ma se si è bravi a comunicare ed ascoltare si può esprimere e capire molto.

Poi sicuramente per rendere la comunicazione più efficace bisogna che le persone interessate si frequentino per entrare un po' più in sintonia: due amici di lunga data si capiranno tra di loro sempre meglio che due estranei.

Ma purtroppo quante persone al giorno d'oggi s'impegnano nell'ascoltare? Ben poche.. Ragion per cui il linguaggio diventa in alcuni casi anche deleterio, causa i facili ed infiniti fraintendimenti di cui neanche ci accorgiamo.

Faccio anche notare ad esempio come il linguaggio sia inutile e anzi deleterio quando c'è un conflitto tra due persone: quelle due persone continueranno a litigare e parlare a vanvera senza ascoltarsi e capirsi l'un l'altro finchè non ci si sforza di comprendere e si supera internamente il conflitto. Solo allora torneranno a capirsi, senza la necessità che cambino il modo di parlare e strutturare i discorsi. Perchè non crediamo a ciò che vediamo e sentiamo ma piuttosto sentiamo e vediamo ciò che crediamo. Siamo noi a creare la nostra realtà, ma per comprendere bisogna far crollare tutti i castelli in aria che ci costruiamo in testa.

E' una cosa su cui avremmo molto da lavorare.
Entrambi Sen e Vnx hanno egregiamente dato espressione ai miei pensieri. Per quanto riguarda il senso di solitudine di cui parli, Shus, credo che selezionando le forme di comunicazione puoi alleviarlo se non eliminarlo proprio: evitando chat, messaggi e telefonate e preferendo, nei limiti consentiti dagli impegni quotidiani, le discussioni dal vivo, per tutti i motivi che ti dice Sem.

Anche ascoltare molto, come suggerisce Vnx, è un ottimo esercizio per capire come potersi esprimere sia in generale sia per trovare un linguaggio appropriato e il più possibile efficiente per ogni persona.

In ultimo non perdere di vista il fatto che comunque non esiste un altro ShusHaze, per cui nessuno può capire cosa passa nella tua testa al 100%!!!

ShusHaze
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Re: L'oggettività del linguaggio

Messaggio da ShusHaze » mer mar 15, 2017 3:43 pm

Viperetta ha scritto:
lun mar 13, 2017 3:05 pm
Entrambi Sen e Vnx hanno egregiamente dato espressione ai miei pensieri. Per quanto riguarda il senso di solitudine di cui parli, Shus, credo che selezionando le forme di comunicazione puoi alleviarlo se non eliminarlo proprio: evitando chat, messaggi e telefonate e preferendo, nei limiti consentiti dagli impegni quotidiani, le discussioni dal vivo, per tutti i motivi che ti dice Sem.

Anche ascoltare molto, come suggerisce Vnx, è un ottimo esercizio per capire come potersi esprimere sia in generale sia per trovare un linguaggio appropriato e il più possibile efficiente per ogni persona.

In ultimo non perdere di vista il fatto che comunque non esiste un altro ShusHaze, per cui nessuno può capire cosa passa nella tua testa al 100%!!!
Hai ragione, anche io preferisco la comunicazione dal vivo, per esprimere meglio i concetti ma soprattutto per ascoltare e comprendere meglio quelli degli altri, e magari prenderne spunto, come sopra citato.

Non vorrei che tu avessi capito che io sto male per questo ad ogni modo, nel testo intendevo dire che è solo una sorta di sensazione che mi arriva quando penso a questa cosa, nulla di particolarmente rilevante ;) .

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Viperetta
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Re: L'oggettività del linguaggio

Messaggio da Viperetta » mer mar 15, 2017 6:04 pm

Sisi tranquillo, avevo capito che era una cosa scritta a puro scopo filosofico, ma siccome sono pensieri che anche a me ogni tanto vengono, ti ho scritto semplicemente le mie considerazioni!

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