A rieccomi, come preannunciato vi vorrei parlare di un esperienza in K
Data: estate 2002
Setting: rave in Salento, ora mattutina
Dosi: 0,8g x via nasale
Condizioni pre: tranquillo e rilassato, in compagnia di amici
Condizioni post: uhm, meglio che le descriva dopo il racconto
Sniffo prima 0,3 poi un amico offre una riga enorme, tipo 0,5, ringrazio e mi allontano, vado a ballare la tekno davanti alle casse ma dopo qualche minuto con mia sorpresa non sento più la musica, un mio amico, un altro però, mi vede probabilmente totalmente spaesato, mi prende x mano e mi conduce via.. da questo momento la botta sale e i ricordi si fanno confusi, sebbene il nucleo centrale dell'esperienza mi rimarrà per sempre inciso a fuoco nella mente..
Ricordo di avere delle leggere convulsioni, di finire sul cofano di una macchina parcheggiata e di inciampare in uno di quei cani tipo pitbull bianchi simili a topi enormi che mi abbaia giustamente incazzato nero.. dopo di che finisco a terra in K-Hole..
E qui...come descrivere a parole un'esperienza così abissale? Inizio col dire che perdo cognizione dello spazio, del tempo e dell' ego (inteso come nome cognome, nato a...) ovviamente del corpo.
Eppure la coscienza permane, come punto di percezione ed è enormemente potenziata, la vista non deriva sicuramente dagli occhi fisici ma ho comunque attivo un senso paragonabile ad essa, gli altri sensi.. non pervenuti. La mente é oltre la dualità, prova né è che riesco a trascendere gli opposti, in catene di iperpensiero, riesco anche a percepire non l'infinito ma un allargamento parabolico tendente ad esso sotto forma di nuvole che forse sono più galassie, a tratti la mia seconda vista si apre su ciò che ho attorno ma l'esperienza é di tipo samadhico, fusione con l'ambiente.. c'è una Montagnola di sassi bianchi arrotondati, da uno di questi a volte esce la testa del cane bianco e mi abbaia, poi torna sasso, io osservo e talvolta partecipo, faccio enorme fatica a connettere i limiti e non so nominare ciò che vedo.. entro in un albero ma non riesco a uscire, sento di non essere quell'albero e temo di rimanere incastrato.. poi esco, in parte almeno.. sento l'esistenza che fluisce, sento il Panico, quello vero da cui etimologia del termine stesso.. Pan, il tutto, e il suo sordo urlo..
Piano piano rientro, mi sconvolge vedere le persone e iniziare a comprendere che anche io sono una persona, le sento come scimmie, quanto di più grottesco immaginabile, corpi, fisicità,sensi.. orrendo sapere e sentire di avere queste limitazioni, ciò che ero fino a poco prima si ribella anche se progressivamente inizio un po' a sentirmi sollevato.. il nome che mi è stato affibbiato alla nascita e che nulla ha a che fare con me, come tutte le altre etichette con cui ci presentiamo agli altri non hanno nessun senso, però inizio a tranquillizzarmi comunque. Ho un po' di nausea ma fisicamente mi riprendo subito.. mentalmente però sono diventato un'altra persona, x tre giorni sono taciturno, i miei amici mi vedono diverso ma non riesco a spiegare cosa ho vissuto e se lo faccio non vengo capito. In ogni caso da materialista darwiniano che ero cambio completamente, comprendo che è impossibile morire e che la morte é solo una porta verso qualcosa di inesprimibile e indescrivibile. Il mio vecchio ego é evaporato e la mia vita prenderà una piega completamente diversa.
Ketamin samadhi
Re: Ketamin samadhi
Non era samadhi.
Stavi solo un sacco fuori.

Stavi solo un sacco fuori.

Re: Ketamin samadhi
Forse non era samadhi.. non avendolo mai provato e difficile dirlo, in ogni caso le descrizioni che ho letto del samadhi sono piuttosto vicine a ciò che ho provato.. certo senza droga e ben altro..
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Re: Ketamin samadhi
super esperienza! ne ho avuta una simile simile venerdì notte
un livello di totalità indescrivibile ma anche una paura ancestrale, poi il ripiglio e lo stupore di essere un uomo... bello bello bello

Re: Ketamin samadhi
Già.. il terrore ancestrale.. come lo definiresti, da nove nasce, e cosa esprime?