In pratica si procede realizzando una tintura a caldo/freddo a cui verra aggiunto in seguito un vettore lipidico ed un emulsionante, ovvero la lecitina, per aumentarne assorbibilità e biodisponibilità.
La tek ovviamente non è mia ed è stata tradotta da https://forum.grasscity.com/threads/bad ... y13446289
Materiali:
-1 teglia in pirex per ogni tipo di estratto che avete intenzione di realizzare
-almeno una tazza di alcool etilico al 95% (quello alimentare per fare il liquore)
-una pentola
-del cheesecloth o una t-shirt da usare come filtro
-un filtro da caffè
-almeno due cucchiai di olio di cocco (o un altro olio a media catena lipidica)
-almeno mezzo cucchiaino di lecitina di soia possibilmente in povere
-un barattolo di vetro
-una spatola o rasoio
-almeno 25g di materiale vegetale da estrarre
Riassunto:
1)tritate e decarbossilizzate il materiale, non decarbossilizzare se si vuole ottenere un estratto fumabile o per mantenere intatti i cannabinoidi e i terpeni e ottenere un prodotto che non sia psicoattivo;
2)dividetelo in piccole porzioni sia per comodità che per ottimizzare le quantità di solvente utilizzate;
3)mettete l'alcool nel barattolo, tappate e scaldatelo a bagnomaria stando attenti a non farlo bollire,usare invece alcool freddo per ottenere un prodotto che non sia psicoattivo, mettendo il barattolo a raffreddare in freezer;
4)rimuovete il barattolo dall'acqua, apritelo e immergete una porzione di materiale da estrarre nell'alcool caldo, richiudete, agitate e rimettetelo sul fuoco per soli 60 secondi per la massima purezza, più a lungo per un estrazione più completa, usare invece alcool freddo per ottenere un prodotto che non sia psicoattivo, mettendo il barattolo in freezer per 60 secondi;
5)filtrate la soluzione con una t-shirt strizzando solo nel caso non vi interessi la purezza del prodotto finito, ripetete il procedimento per ogni porzione;
OPZIONALE, ripetere i punti 4 e 5 una seconda volta con dell'alcool pulito, può risultare inutile soprattutto se avete strizzato, allungato i tempi di infusione ed abbondato con la quantità di solvente (generalmente si estrae più del 90% dei cannabinoidi totali già al primo passaggio);
6)quando avete finito di separare il materiale vegetale rifiltrate la soluzione un ultima volta usando il filtro da caffè;
7)se intendete consumare oralmente il prodotto aggiungete adesso alla soluzione l'olio a media catena lipidica, ad esempio quello di noce di cocco, se intendete realizzare un estratto fumabile saltate questo step;
8)fate evaporare l'alcool a basse temperature o semplicemente sistemando la teglia vicino a una finestra o sotto una ventola, lontano dal calore e da fiamme libere, ovviamente non usate calore se avete scelto l'estrazione a freddo;
9)se volevate realizzare una resina fumabile avete finito e non dovete fare altro che staccarla dalla teglia, altrimenti aggiungete la lecitina di soia in polvere, mischiate, coprite la teglia con della stagnola e congelate l'estratto per almeno 4 ore;
OPZIONALE,scongelare e riscaldare nuovamente il prodotto ottenuto in intervalli di 40-80 minuti, tornando a congelare per almeno 4 ore tra una cottura e un'altra arrivando fino ad un massimo di 5 ore, per un'effetto sempre meno celebrale e marcatamente più narcotico, tenendo a mente che allungare troppo i tempi comporta comunque una leggera perdita generale di potenza percepita.
10)adesso dovete solo decidere come godervi il frutto delle vostre fatiche, consumandolo così com'è oppure facendone delle capsule o degli splendidi edibili

Cannabinoidi, degradazione e attivazione
La maggior parte delle vecchie ricette di edibili non tengono conto del nuovo sapere scientifico disponibile sul mondo dei cannabinoidi, ecco perchè moltissime persone rimangono deluse dagli effetti che riescono ad ottenere col consumo orale arrivando spesso ad ingerirne quantità mostruose solo perchè finiscano nel gabinetto qualche ora più tardi...
Uno dei maggiori passi in avanti è stata la comprensione del processo di decarbossilizzazione che comporta la trasformazione di THCA, CBDA E CBNA con valenza terapeutica ma privi di effetti psicoattivi in THC, CBD E CBN.
La decarbossilizzazione è un processo che comincia quando si riduce drasticamente l'umidità del materiale fresco, ovvero a seccaggio avvenuto, maggiore sarà la temperatura e la quantità d'aria disponibile, maggiore sarà la velocità del processo.
Dunque contrariamente a quanto si crede non è necessario "infornare" la cannabis perchè questo processo avvenga, anche se è sicuramente la via più semplice e veloce.
Generalmente un'ora a 110°C (due cotture da mezz'ora mischiando il materiale prima di infornarlo di nuovo sono da preferire), è più che abbastanza per avere una conversione ottimale quando si lavora con del materiale che è stato seccato e curato a dovere, come dicevo i tempi si allungano o si accorciano a seconda di quando è stato effettuato il raccolto e come ne sono stati conservati i frutti.
Per sicurezza durante questo passaggio conviene coprire la teglia ermeticamente con della stagnola ed aspettare che si sia raffreddata prima di aprirla, in modo che i vapori che si creeranno al suo interno abbiano modo di posarsi.
Se si vuole evitare di danneggiare, non solo i cannabinoidi, ma anche i costituenti più delicati, e forse proprio per questo meno studiati e conosciuti, a mio modesto parere bisogna allungare i tempi ed evitare di sottoporre il prodotto a temperature maggiori di 50°c (non troverete da nessuna parte temperature così basse, magari sono io che esagero, la maggior parte dei terpeni resiste a temperature ben più elevate).
Una soluzione per chi ha bisogno di una costante efficacia terapeutica ma non vuole comunque rinunciare agli effetti ricreativi è di processare due volte il materiale, la prima a freddo (temperature sotto lo 0), saltando lo step di decarbossilizzazione e per periodi estremamente brevi; la seconda a caldo, dopo aver decarbossilizzato, lasciando in infusione per tempi lunghissimi trascurando la purezza del prodotto.
Si ottengono così due estratti diversi, uno estremamente puro e che conserva intatti cannabinoidi e terpeni, perfetto sia da fumare (dato che la combustione attiverà THCA, CBDA E CBNA) che da assumere oralmente magari al mattino, quando si vogliono i benefici della cannabis senza il relativo sballo. L'altro estratto sarà decisamente meno puro ma decisamente psicoattivo quando assunto per via orale, perfetto per la sera!
Un cosa da tenere bene a mente quando si lavora con gli edibili è quindi, che una singola strain di cannabis può garantire una straordinaria varietà di effetti a seconda di come e quanto la si è lavorata.
Una preparazione realizzata esclusivamente a freddo saltando lo step di decarbossilizzazione sarà praticamente priva di effetti psichedelici e preserverà intatti i cannabinoidi e i terpeni presenti nella pianta, che hanno comunque una miriade di applicazioni teraupetiche (antispasmodico, antimutagenico, analgesico e anticonvulsivo), garantendo reali benefici senza i tipici e tanto ricercati "effetti collaterali" della cannabis a pazienti con malattie importanti quali Parkinson, sclerosi multipla, ecc...)
Anche una volta decarbossilizzato completamente il prodotto si possono comunque ottenere effetti e benefici molto diversi, un olio che non è stato lavorato a lungo sarà dominato prevalentemente dal THC, garantendo un effetto cerebrale/euforico che potrebbe anche causare ansia ed attacchi di panico, un olio che è stato processato a lungo, congelato,scongelato e riscaldato più volte, conterrà via via maggiori concentrazioni dei vari prodotti di degradazione del THC (soprattutto delta-8-THC e CBN) e sarà caratterizzato dalla classica stonatura utile contro insonnia e nella terapia del dolore.
Scelta del vettore e biodisponibilità
Con il tempo si è scoperto che anche preparazioni sicuramente efficaci come il BHO e il Rick Simpson's Oil, pur essendo estremamente potenti hanno una scarsissima assorbibilità.
Infatti per assicurarsi un elevata biodisponibilità è necessario procedere in tre fasi e prendere alcuni particolari accorgimenti:
-realizzare una tintura alcolica, l'alcool infatti, non serve solo a separare i principi attivi dal materiale inerte, ma ha anche la capacità di scindere quelli che all'inizio del processo possono essere immaginati come dei "grumi" composti di molecole di cannabinoidi.
Questi grumi sono solo parzialmente assorbibili a meno che non vengano sottoposti all'azione di un solvente,che con il tempo districherà le varie molecole, micronizzandoli fino ad ottenere un composto omogeneo formato da singole molecole in soluzione;
-incorporare queste molecole in un vettore lipidico, preferibilmente in un olio a media catena lipidica. Le molecole di cannabinoidi verranno pian piano inglobate dai grassi, che creeranno una copertura al loro esterno migliorandone esponenzialmente l'assorbimento.
Perchè un olio a media catena lipidica? Perchè questo genere di oli viaggiano attraverso la vena porta nel fegato, dove vengono metabolizzati ed avviene la conversione del D9-THC nel più potente 11-OH-THC (nel caso siate affetti da patologie epatiche che inficino il metabolismo di farmaci ed alimenti potrebbe essere più appropiato usare un olio a lunga catena lipidica, come quello di oliva, ma sono casi abbastanza rari).
Scegliendo un altro tipo di olio questa reazione potrebbe non avvenire affatto con il rischio di doversi accontentare di effetti moto più brevi e meno intensi.
-aggiungere un pò di lecitina di soia in polvere, che è un emulsionante ed ha anche effetti sul metabolismo dei lipidi.
Tempi, temperatura e purezza
Come già precisato, maggiori i tempi e la temperatura di estrazione, maggiori saranno resa ed efficienza, a scapito della purezza della stessa.
Personalmente mi preoccupo della purezza solo quando ho intenzione di realizzare un estratto fumabile, infatti se risultasse troppo diluito avrei grossi problemi a raggiungere l'effetto desiderato, in più l'eccesso di lipidi, cere e clorofilla nel prodotto finito rischierebbero di renderlo veramente ingestibile e difficile da fumare.
Al contrario non mi costa niente assumere oralmente due capsule invece di una, tra l'altro bisogna tenere a mente che molto del materiale considerato "inerte" in realtà non lo è affatto e contribuisce al valore terapeutico della pianta.
Inoltre, detto tra noi, se non si insegue la purezza si ci risparmia un pò di delusioni e di sprecare erba ed alcool.
C'è da dire però che un estratto ricco di clorofilla e sostanze di scarto avrà un sapore amaro e decisamente sgradevole, assolutamente innocuo se avete intensione di incapsularlo ma potenzialmente catastrofico, se avete invece intenzione di usarlo in cucina.
Ottimizzazione del solvente
Spesso, specialmente quando mi trovo a guardare materiale di pessima qualità, come vecchie foglie e steli, mi chiedo se ne valga la pena di provare un estrazione o è solo uno spreco di solvente.
Probabilmente capita a tutti quelli che come me non hanno un estrattore che permetta di recuperare l'alcool utilizzato, per fortuna dei piccoli trucchetti possono fare la differenza.
Per esempio tritare e congelare il materiale prima dell'estrazione ne migliora drasticamente l'efficienza, assottigliando le pareti cellulari ed aumentando la superficie di estrazione.
Un altro trucchetto consiste nel dividere il materiale da estrarre in porzioni più piccole, riutilizzando lo stesso solvente per ogni porzione ottenendo così una soluzione estremamente satura e potente, limitando al contempo i consumi.
Infine si può scegliere di sacrificare la purezza aumentando i tempi e le temperature di infusione ottenendo una soluzione sovrasatura.
Evaporazione
Può essere effettuata in forno ventilato, a bagnomaria o anche senza l'ausilio di calore, l'unica costante quando si deve fare evaporare dell'alcool deve essere una buona ventilazione e tenerlo lontano da fiamme libere. Evapora molto in fretta se posto sotto una ventola o accanto ad una finestra aperta.
Non è necessario farlo evaporare completamente per realizzare degli edibili (anzi se il prodotto finale risulta secco o troppo denso, non avete usato abbastanza olio), ma solo se si vuole realizzare una resina fumabile, in ogni caso l'alcool da cucina è assolutamente sicuro sia da ingerire che da fumare, così come gli altri ingredienti usati in questa tek.
Altro
Ricordate di mangiare tra le due e le quattro ore prima di consumare gli edibili, è meglio evitare di essere a stomaco pieno per non diluire troppo nel tempo l'assorbimento, anche essere a stomaco completamente vuoto è controproducente.
Ci sono inoltre, alimenti come il mango che migliorano/potenziano gli effetti orali della cannabis.
Anche un estratto ben fatto, che di solito dà effetti nel giro di qualche minuto, può impiegare ore a manifestarsi, a seconda del vostro metabolismo e della reattività del vostro fegato. Ridosare per impazienza può essere pericoloso se non siete esperti, infatti gli effetti di un edibile possono essere decisamente ingestibili e i rischi di sovraddosaggio sono decisamente più alti che fumando.
Ho cercato di essere chiaro e non scendere troppo nei dettagli, per qualsiasi cosa chiedete pure ENJOY
