Tutto quello che può essere fatto con l'attuale legislazione si riduce a fare informazione e nulla di più. All’atto pratico si possono scrivere libri, articoli, organizzare conferenze, incontri e dibattiti, ma nulla di pratico, pena le manette.
Sarebbe ben diverso fare teoria al mattino e pratica il pomeriggio!

Cosa ci impedisce di fare queste attività divulgative? Nulla, se non la voglia di rimboccarsi le maniche e farlo. Questo forum rientra a pieno titolo in questo campo di informazione, apprezzo la lungimiranza e l’impegno degli amministratori, lavoro prezioso, grazie!
Cosa si può fare per cambiare la situazione legale in Italia? Questa è la domanda che mi sto facendo da molto tempo, qui vorrei scrivere alcune riflessioni generali su diversi modi per portare avanti la riabilitazione di queste meravigliose sostanze. Mi sto riferendo solo alle sostanze psichedeliche di origine naturale, non hanno rischi di dipendenza e assuefazione, inoltre la dose attiva è una frazione minuscola della dose potenzialmente letale.
Non entro nel dettaglio di quali sostanze potrebbero far parte di questa lista, so che alcuni includerebbero la Ketamina e l’MDMA, ma le vedo problematiche per una questione di rischi di dipendenza e di tossicità, sono più adatte a un uso medico e per patologie specifiche. Non ho pregiudizi, per me sarebbero da depenalizzare e/o legalizzare tutte le sostanze, ma mi guardo intorno e mi rendo conto che vivo su questo pianeta…
Ho immaginato che qualsiasi azione potrebbe “cavalcare” temi e valori diversi per sostenere la necessità di cambiare la legge sulle sostanze psichedeliche, di seguito descrivo alcuni di questi argomenti che potrebbero innescare un cambiamento. In particolare si potrebbero intraprendere azioni sui seguenti fronti: legale, politico, medico, sociale e culturale. C’è anche l’opzione religiosa.
Ora scrivo alcune annotazioni su ciascuna di queste voci, sono pensieri in libertà che organizzo mettendoli nero su bianco.
Intraprendere un’azione legale significa entrare nel merito della classificazione di queste sostanze in una tabella che non corrisponde alle loro caratteristiche: che danno dipendenza e senza nessun utilizzo medico, cosa falsa per entrambe le voci. Il loro divieto si basa su una menzogna, perché non impugnare questo semplice fatto? C’è un avvocato che sta leggendo? Cosa si potrebbe fare per agire legalmente? Rivendicazione di diritti? Legge palesemente infondata?
L’azione sul fronte medico è già in corso nei paesi anglosassoni, le ricerche stanno mostrando risultati straordinari, sono state condotte con criteri scientifici e sono inoppugnabili. Questa strada ha un grosso rischio, cioè che l’uso venga regolamentato e riservato all’ambito medico. A me non va bene, voglio la libertà di uso per tutti secondo coscienza e conoscenza.
Mi rendo conto che oggi l’approccio medico ai problemi è molto potente, si muove tanto denaro e per molti “Lascienza” è un dogma da estremismo religioso. A loro non interessa il nostro parere perché hanno la verità dalla loro parte, e insieme a ingenti risorse economiche ottengono risultati straordinari. I vaccini e gli antidepressivi sono business enormi, a cui volenti o nolenti dobbiamo aderire per legge dello Stato!
Aderire a questo fronte potrebbe essere come cavalcare un serpente, non mi fido, certe scelte non possono essere affidate ai tecnici - della scienza medica - ma devono coinvolgere anche la società, che siamo noi. Se stiamo zitti sarà come non esistere, quindi su questo possibile fronte di sviluppo “medico” dobbiamo avere le idee chiare e nel caso prendere una posizione chiara e condivisa. Riflessioni su questo tema sono necessarie.
A livello politico si potrebbe agire partendo dai dati scientifici che mostrano l’assoluta sicurezza biochimica di queste sostanze, quindi usare la scienza come certificato di sicurezza. Su questo dato rivendicare la libertà di sperimentare in modo sicuro la propria coscienza. Sarebbe un dibattito “alto” - si parla di Coscienza, troppo per l’attuale livello scadente dell’informazione mainstream, così assoggettata a potentati economici transnazionali. A essere ottimisti è una strada in salita, molto controcorrente.
La rete può aiutare, soprattutto se utilizzata come piattaforma per discutere specificamente su come cambiare l’attuale situazione proibizionista o per diventare significativi a livello numerico e pesare nel momento delle elezioni. Sarebbe bello, ma la vedo difficile, probabilmente la via legale ha più chances.
A livello sociale e culturale si possono semplicemente divulgare tutte le informazioni disponibili, non solo sui media ma anche con incontri pubblici, conferenze, dibattiti, organizzandoci in associazioni culturali, facendo rete. Queste attività servono a diffondere una maggiore consapevolezza sulle qualità (e sui rischi) di queste sostanze, distinguendole dalle droghe propriamente dette, come coca, ero e altre schifezze.
Questi incontri pubblici dovrebbero avere adeguata visibilità sui media, l’effetto di moltiplicazione sarebbe utile per diffondere informazione di qualità, rivolta al grande pubblico. Ci sono competenze social da mettere insieme? Influencer?

Infine la religione. Che tante religioni siano nate dall’incontro dell’uomo con sostanze naturali psicoattive in molti hanno scritto, personalmente lo ritengo molto probabile - ne sono certo direi. Fondare una religione a tavolino è un’impresa enorme, uno degli ultimi che ci è riuscito è stato Ron Hubbard, autore di fantascienza che ha fondato Dianetics e Scientology, lo aveva detto durante un convegno di fantascienza e poi lo ha fatto.
A parte queste note di colore, e a parte le difficoltà facili da immaginare, anche questa è una possibilità che tutelerebbe chi volesse usare i “sacramenti” per praticare i precetti del suo credo. Possibilità in Italia? Anche questa la vedo male, a Roma abbiamo un vicino di casa molto ingombrante. Non vorrei liquidare questa possibilità con una battuta, ma se qualcuno avesse delle idee sarebbe il benvenuto.
Gli argomenti che hanno più presa su un pubblico allargato sono quelli legati all’aspetto medico - e non quelli sull’esplorazione della coscienza e dello spirito. Questa è la mia impressione...
Di sicuro richiamo sono la cura della depressione, le cefalee a grappolo, le ansie esistenziali, etc. ma il taglio così farmacologico rischia di portare sempre più queste sostanze sotto il controllo degli specialisti medici. Sono felice che i funghi siano utilizzati da chi è malato, ma anche i sani possono avere innumerevoli benefici, perché mai impedirlo? Non siamo bambini sotto tutela dello Stato, ma di fatto è così - vedi la controversia vax e novax sotto questa luce, è interessante.
C’è il video di una conferenza TED in cui parla Graham Hancock, che secondo me riassume bene la questione “Guerra alle Coscienze” in corso in questi decenni, lui centra bene il punto, i divieti e le persecuzioni in corso per chi usa sostanze psichedeliche nascono da questo atteggiamento di controllo che la società esercita sui singoli, affinché non escano dagli schemi imposti dal Pensiero Unico.
https://youtu.be/Y0c5nIvJH7w
Io credo che l’approccio legale e la divulgazione siano le sole vie praticabili, organizzare degli incontri e/o delle conferenze adeguatamente divulgate potrebbe essere un modo per cominciare a muovere qualcosa. Io sto lavorando per questo. Cosa ne pensate? Ci sono altre idee? Disponibilità? Ciao!