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da Fohat » mer apr 22, 2020 10:43 pm
I consigli dati fin'ora sono stati condivisibili, ma mi aggiungo per proporre un cambio di prospettiva (che in fondo è proprio il primo importante effetto di queste sostanze!).
La distinzione Ricreativo vs Spirituale è troppo categorica, e in questo senso anti 'spirituale'.
Nel corso delle mie esperienze ho scoperto due cose:
1) ci può essere un arricchimento enorme e una """spiritualità""" anche senza concepire uno Spirito. Non so se sono ateo, agnostico, o se posso chiamare Dio, Spirito (o altro nome) quello con cui sono venuto in contatto... Penso però che la visione che abbiamo della Realtà e di noi stessi possa avere il senso del sacro e del mistero anche senza concepire una dimensione 'magica'... Insomma, credo che il misticismo debba essere complementare e non alternativo a una grande coerenza razionale.
2) "Ricreativo" è un termine maltrattato e giudicato ingiustamente in modo negativo. Credo che un'esperienza mistica significativa sia profondamente ricreativa, nel senso che RI CREA la persona, che ristabilisce un ordine, riporta chiarezza, o addirittura distrugge ogni cosa e fa rinascere a nuova vita.
Oppure, restando più terra terra, il gioco stesso (la ricreazione) è il momento fondamentale in cui ci si sottrae al flusso di routine, per immergersi nel flusso della vita tutta, per esplorare, capire, trarre ispirazione... E eventualmente capire che tutta la vita è un gioco (non spiego qui in che senso, secondo la mia concezione).
Insomma, la ricreazione è un aspetto fondamentale della vita.
Secondo me questa ostilità nei confronti del termine deriva da una generica insicurezza che hanno tantissimi psiconauti: la società giudica l'uso di sostanze, e così si cerca di darsi un tono di serietà, dichiarando che "non lo si fa per scopo ricreativo".
Da una parte è giusto distaccarsi da un uso superficiale e spesso dannoso (traumi psicologici) che tante persone fanno, gettando anche cattive ombre da parte della società su sostanze che se ben trattate sono sicure e utilissime.
Ma dall'altra parte questo distaccarsi è ancora una volta una forte categorizzazione. La psichedelia capisce ma trascende le categorizzazioni duali (egoiche).
Allora io dico: torniamo alla semplicità e alla naturalezza dell'esplorazione, prima di tutto.
Il viaggio psichedelico si dimostra essere una cosa seria, difficilissima da affrontare a volte, che non va mai sottovalutata.
Ma contempraneamente, oltre le vicissitudini anche negative della nostra mente, c'è una grande pace che raggiungiamo. C'è un grande insegnamento a non prendersi sul serio, io credo a non prendere nemmeno la vita troppo sul serio, pur nella coscienza della profondità dell'esistenza.
Questa sintesi, credo che sia il fulcro del mio "misticismo", della meraviglia del Mistero, che non può e non deve essere una cosa unipolare!
Coscienza dell'Uno nell'inevitabile presenza e utilità del Due.
Le implicazioni di questa ultima affremazione si diramano in ogni campo dell'esperienza di vita, quando si è avuto a che fare con uno psichedelico abbastanza a lungo.
Ma dopo questo pippone teorico, cosa fare?
Io credo che la prima volta sia giustamente un'esperienza di scoperta, che dovrebbe essere varia, in modo da capire come "funziona" lo strumento-sostanza, o, volendo animarla, come "comunica" la pianta-maestro.
Prima ci vogliono le dovute presentazioni, ambientarsi.
C'è anche chi inizia con una dose alta e un viaggio unico super introspettivo, però credo sia necessaria una grande preparazione, e una base di concezioni da sviluppare o distruggere maturata su tanto tempo...
Dipende dalla dose ovviamente, certe dosi ti costringono all'introspezione, altre ti lasciano libero di scegliere.
Come prima volta mi sembra sempre più giusto consigliare dosi tranquille. Sia per motivi di sicurezza (nonostante le buone intenzioni di preparazione, non è raro non essere in grado di gestire la cosa), ma anche perché una preparazione eccessiva risulta un po' fallace. Meglio che la preparazione la fornisca anche l'esperienza stessa, un po' alla volta.
In conclusione, come se fosse il tuo primo giorno al mondo: esplora, non ti impuntare sull'esperienza seria. Verrà da sé, e se non verrà la prima volta, ti chiamerà, e l'avrai entro tre o quattro volte probabilmente.
"Non esiste un'esperienza psichedelica, ma esiste ciò che noi integriamo di essa."
Tutto ciò che scrivo è inventato o sognato.