Vorrei dare il mio piccolo contributo perché questo pensiero mi ha preoccupato a lungo, e ha anche condizionato alcune mie esperienze psichedeliche.
Non voglio propormi come una guida ma soltanto offrire uno spunto di riflessione.
Prima di cominciare con gli psichedelici avevo davvero tanta paura di questo famoso "rimanerci sotto", perché di gente che dopo abusi di psichedelici ora è in giro completamente rintronata ne è pieno il mondo.
Poi ho cominciato con le prime esperienze, e ho iniziato a comprendere cosa potesse essere in realtà questo rischio: vederti allo specchio in maniera così differente e inedita da condizionare di conseguenza ogni tua azione futura. Questo perché sotto effetto di psichedelici, può essere difficile rifiutare un pensiero "game changer" quando questo viene non da fuori ma dal tuo io più profondo.
Dunque il rimanerci sotto può benissimo essere un fossilizzarsi su cose apprese nel trip per un lasso di tempo estremamente lungo, magari prorogato con più o meno regolarità grazie all'uso di altre sostanze. Anche solo l'erba se in una condizione non stupenda e in dosaggi impegnativi.
Io stesso penso di poter ammettere di esserci rimasto per determinate cose, ma per fortuna si è trattato solo di slanci propositivi che mi hanno permesso di aggiustare la mia vita una volta identificati i buchi nella trama. Dunque qual è il confine tra il rimanerci sotto e il darsi al contrario una svegliata? La qualità del pensiero che ti pervade la mente o l'intensità con la quale ti colpisce?
E poi, quali realmente le cause scatenanti? Quanto un disturbo latente è condizione necessaria e sufficiente a far scattare la molla una volta assunta la sostanza e quanto possono esserci altri motivi meno psichiatrici ma che comunque disegnano una predisposizione?
Nulla a cui saprei dare mezza risposta, ma certo una buona domanda per passare il tempo
Inoltre, è forse vero o no che di persone"rimaste sotto" senza mai aver assunto nulla sono piene le nostre giornate?
Pensiamo ai maniaci dell'ordine o dell'organizzazione, ma proprio a quelli che catalogheremmo facilmente come ossessivo-compulsivi.
E vogliamo parlare della religione? "No questa cosa non la posso fare o un barbone intergalattico lo scopre e mi getta all'inferno una volta morto!". Da TSO!!!
Chi è quindi un "rimasto sotto"? Una persona incapace di provvedere a sé stessa, una che arriva a isolarsi dal mondo per seguire i propri pensieri o il tradizionale scemo del villaggio?
Una volta mi sono imbottito di erba e mi sono messo a letto ascoltando la musica, e mi sono ritrovato pervaso dalla beatitudine con un sorrisone ebete a muovere autisticamente polsi e caviglie secondo movimenti circolari. Mi sono immaginato visto da fuori e sarei certo sembrato un "rimasto sotto", mentre dentro di me ero davvero al settimo cielo. Dunque è partito il viaggione sulle convenzioni sociali e blablabla

È questo quello che temi? Se no, che cosa allora?